Attualmente la situazione dei suicidi in carcere rappresenta una grave emergenza. Secondo le ultime statistiche, il numero dei suicidi è in costante aumento, creando una situazione di grande preoccupazione per le autorità penitenziarie. Negli ultimi anni si è registrato un incremento significativo dei casi di suicidio, che evidenzia la necessità di un intervento urgente, ma quello degli ultimi quattro mesi rappresenta un dato molto allarmante. Dall’inizio dell’anno in corso sono già trenta i detenuti suicidi e quattro tra gli agenti penitenziari.
Già di per sé, la privazione della libertà e la difficoltà di adattamento all’ambiente carcerario possono avere un impatto avverso sulla salute mentale dei detenuti. La vita all’interno del carcere può essere estremamente logorante a causa di numerosi fattori. Innanzitutto, gli individui sono costretti a vivere in ambienti sovraffollati e poco salubri, con spazi limitati e insufficiente privacy. Queste condizioni possono generare tensioni costanti e favorire la depressione nei soggetti più fragili. Inoltre, l’assenza di libertà e la limitazione dei movimenti possono creare un senso di frustrazione e impotenza tra i detenuti. La mancanza di controllo sulla propria vita e la separazione dagli affetti familiari, siano essi coniugi, figli o i propri genitori, possono aumentare il livello di stress emotivo.
La Conferenza Nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale lancia il suo sentito appello in risposta alle osservazioni fatte dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso dell’udienza alla Polizia Penitenziaria del 18 marzo scorso, in cui dichiarava autorevolmente che è necessario un intervento urgente per i numerosi casi di suicidi in carcere.