All’inizio della pandemia il sindacato ha dovuto scioperare per ottenere che si introducessero mascherine, distanziamento, sanificazioni e le altre misure dei protocolli difendendo la sicurezza dei posti di lavoro e i lavoratori da chi voleva riaprire subito e ora vorrebbe abbassare la guardia.
E’ grazie all’intervento del sindacato che nelle aziende sono stati istituiti i Comitati Covid che insieme ai protocolli Covid-19 hanno garantito la sicurezza del lavoro e dei lavoratori. Oggi i lavoratori si trovano ad affrontare il tema del Green Pass per accedere alle mense ma, precisano i segretari, proprio grazie ai protocolli sappiamo che le mense aziendali sono state e sono più sicure di qualsiasi ristorante e ricordano “le mense sono un luogo di lavoro e sono tutelate dai contratti di lavoro”.
Fim – Fiom – Uilm, sono convintamente a favore della campagna vaccinale ma nella situazione attuale il governo non ha però varato alcuna legge che renda obbligatorio il vaccino e quindi tutti i lavoratori possono entrare in azienda e operare fianco a fianco e se un lavoratore svolge la propria attività in azienda, valgono per lui tutti gli istituti previsti dal contratto nazionale e dall’integrativo territoriale, compreso il diritto al pasto fornito dal servizio mensa.
Riteniamo inaccettabile che i lavoratori sprovvisti di Green Pass ricevano un trattamento discriminatorio, come sta accadendo oggi in alcune aziende, che li costringe a consumare un sacchetto di cibo freddo fuori dai locali mensa.
Riteniamo inoltre che il documento del Governo contenente la “Faq” sia senza alcun valore non essendo una legge dello Stato e non accetteremo mai nessuna disparità di trattamento fra luoghi di lavoro e mense, in assenza di una legge e in attesa di ulteriori chiarimenti, riteniamo di non poter siglare accordi che affermino il contrario. Le aziende, nel rispetto delle misure di sicurezza previsti dalla norma e dai protocolli aziendali e territoriali realizzati, devono fornire lo stesso pasto a tutti i lavoratori.