Le nuove misure il governo “non sta dando schiaffi a nessuno, non c’è una deliberata volontà di penalizzate aree del Paese a discapito di altre”. L’obiettivo è quello di “rallentare un treno che sta correndo e che abbiamo già provato a fermare”. Il presidente del Consiglio interviene al food festival del Corriere della Sera e risponde alle proteste e alle critiche seguite alla pubblicazione dell’ultimo decreto che è entrato in vigore alla mezzanotte.
“Siamo intervenuti già con dei riduttori di velocità” con i precedenti dpcm, aggiunge Giuseppe Conte, “ma questo treno rallenta ancora molto poco. Se non intervenissimo ci arriverà addosso e le conseguenze economiche sarebbero ben peggiori e molto più prolungate”. Le misure introdotte “confidiamo che siano limitate a qualche settimana. Se riusciamo a contenere la curva del contagio, potremo affrontare le settimane che ci aspettano con un margine di serenità”, sottolinea ribadendo che far ripartire i consumi sotto Natale “sarebbe molto utile per l’intera economia nazionale”.
Dialogando con lo chef Massimo Bottura, che nei giorni scorsi gli ha inviato una lettera a nome del mondo della ristorazione, Conte ricorda che il sistema di monitoraggio “è stato condiviso e alimentato dalle Regioni. Lo applichiamo per la prima volta dopo una sperimentazione di sei mesi. Siamo nelle condizioni di dosare le misure” restrittive e di “graduarle alle condizioni di rischio dei singoli territori”.
Il premier riconosce anche di comprendere “il senso di ingiustizia” patito dagli imprenditori che nelle scorse settimane hanno investito per adeguarsi alle precedenti normative, e replica a chi sostiene che il governo non abbia fatto nulla per prevenire la seconda ondata: “Abbiamo investito tanti miliardi su scuola, trasporti, università, abbiamo prorogato lo Stato di emergenza, abbiamo vincolato tutti al rispetto dei protocolli, anche in spiaggia. Nonostante questo la pandemia è arrivata. Non ci si limiti dunque a guardare solo alla propria dimensione. Adesso – è l’appello che lancia – dobbiamo adottare delle misure diversamente graduate”.
Oggi il Cdm esaminerà il decreto Ristori bis, annuncia ancora e ricorda le altre misure economiche come l’azzeramento della seconda rata Imu, il credito d’imposta per gli affitti di ottobre, novembre e dicembre, la decontribuzione al 100% per i neo assunti under 35 – che sarà inserita nella legge di bilancio -, la Cassa integrazione Covid che garantirà “protezione e sicurezza anche psicologica ai lavoratori” e il blocco dei licenziamenti fino a marzo 2021. Sull’Iva avverte: “Portarla al 4% costa vari miliardi, che non possiamo mettere sul tavolo. Un intervento così secco lo vedo complicato ma vedo una rimodulazione più complessiva nell’ambito di una riforma fiscale”.
“Stiamo imponendo dei sacrifici economici e dobbiamo corrispondere indennizzi e ristori e creare una cintura di protezione da parte dello Stato per stringere i denti in queste settimane e affrontare il futuro con fiducia e maggiore serenità. Questo non allevierà il disagio – ammette – ma dobbiamo guardarci negli occhi e dirci che non possiamo tenere aperte le nostre attività economiche, specie quelle che stimolano alla socialità, quando un treno ci sta correndo addosso”.
“Lo Stato è un’azienda che riceve delle entrate: abbiamo fatto uno scostamento di 100 mld per garantire la tenuta sociale ed economica del Paese. Ma differire tutte le prospettive di flussi di cassa che entrano significa compromettere i flussi di cassa che escono. Stiamo facendo tutto il possibile e continueremo a farlo” assicura infine.