In arrivo il nuovo Dpcm, il governo vara misure ancora più strette: riunione governo-Regioni

È iniziata la riunione di coordinamento convocata dal ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia con Regioni Anci e Upi; in collegamento anche il ministro della Salute Roberto Speranza. Tra i presidenti Bonaccini, Fontana, Fedriga, Toti, Toma, Emiliano, De Luca, Tesei, Marsilio, Cirio, Giani oltre al presidente dell’Anci Antonio Decaro e dell’Upi Michele De Pascale.

È possibile già lunedì il varo di un dpcm con nuove misure restrittive per arginare il contagio da coronavirus. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha chiamato i Presidenti delle Camere Casellati e Fico, rappresentando la volontà del governo di avere già lunedì, se possibile, un confronto parlamentare in vista di un nuovo provvedimento che il Governo intende adottare già lunedì sera, si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

Si tratta di un’accelerazione rispetto alla tabella di marcia che sembrava concretizzarsi. Nei giorni scorsi si è discusso soprattutto di chiusure regionali mirate, in modo da evitare un nuovo lockdown su scala nazionale. L’ipotesi è chiudere le città e le aree più colpite in modo da scongiurare costi eccessivi per l’economia. Aziende e industrie, questa volta, non dovrebbero chiudere.

No dell’opposizione alla cabina di regia

Conte dovrebbe fare comunicazioni sulle nuove misure contro il covid lunedì. A quanto si apprende si sta cercando di far svolgere le comunicazioni alla Camera alle 12 e al Senato alle 17. ll presidente del Consiglio ha poi contattato i leader delle opposizioni invitandoli a indicare un rappresentante delle rispettive forze politiche in modo da instaurare già domenica un tavolo di confronto permanente con il Governo.

In una nota congiunta Salvini, Berlusconi e Meloni hanno però definito l’offerta un “ravvedimento tardivo“, ribadendo che per loro il luogo per il confronto è il Parlamento. Il centrodestra – affermano i tre leader in una nota congiunta è sempre stato a disposizione dell’Italia, ma oggi più che mai l’unica sede nella quale discutere è il Parlamento della Repubblica italiana.

Lì sono depositate le numerosissime proposte formalizzate da noi e ignorate dal governo, e lì verranno presentate le altre. Non siamo disponibili, invece, a partecipare a operazioni di Palazzo che sembrano dettate più che da una reale volontà di collaborazione dal tentativo di voler coinvolgere l’opposizione in responsabilità gravi che derivano dall’immobilismo e dalle scelte sbagliate effettuate dal governo”.

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