In migliaia fuggono dalle violenze della Repubblica Centrafricana verso la remota regione settentrionale della Repubblica Democratica del Congo

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime forte preoccupazione per i nuovi flussi di persone costrette a lasciare la  Repubblica Centrafricana per cercare rifugio nella parte settentrionale della Repubblica Democratica del Congo (RDC), dove sono arrivati settemila rifugiati in meno di una settimana.

I rifugiati, che sono per la maggior parte donne e bambini, sono concentrati nel remoto villaggio di Kanzawi nella provincia settentrionale dell’Ubele Bas-Uele. Sono fuggiti dalle violenze che affliggono la parte sud-orientale della Repubblica Centrafricana, e si trovano ora in una situazione in cui ricevono scarso supporto a fronte di condizioni di grave necessità

La rapidità con cui si sono succeduti gli ultimi arrivi e la scarsa presenza di operatori umanitari nella zona rendono ancora più urgente la necessità di un ulteriore sostegno in favore dei rifugiati.

A rendere ancora più critica la situazione è  la limitata capacità dell’UNHCR di dare una risposta all’emergenza, dal momento che l’operazione dell’Agenzia nella Repubblica Democratica del Congo è sottofinanziata, avendo ricevuto solamente 1,6 dollari statunitensi per ogni 10 dollari necessari.

I rifugiati riferiscono di essere fuggiti dai combattimenti tra due gruppi anti-Balaka nell’area di Kouango, appena oltre il confine. Si tratta dell’ultimo flusso di una serie di movimenti di rifugiati nel nord della Repubblica Democratica del Congo. In meno di un anno, il numero di rifugiati arrivati nel Paese dalla Repubblica Centrafricana è passato da circa 102mila a oltre 182mila, senza contare gli ultimi arrivi.

L’UNHCR esprime particolare preoccupazione per la situazione delle persone anziane, delle donne in stato di gravidanza e di altri soggetti con esigenze specifiche. Nel villaggio di Kanzawi c’è un’unica fonte idrica, e ciò costringe le persone ad attingere l’acqua direttamente dal fiume. La maggior parte dei rifugiati dorme all’aperto, altri all’interno di edifici pubblici.

Un partner dell’UNHCR fornisce assistenza medica ai nuovi arrivati e l’Agenzia sta valutando come rendere possibile un maggiore supporto, da garantire nel caso in cui il gruppo di nuovi arrivati non fosse in grado di tornare presto nelle zone di origine. L’UNHCR ha migliorato le infrastrutture essenziali per la vita delle comunità in alcuni dei villaggi e delle città che stanno ospitando il numero più elevato di rifugiati, per esempio scavando pozzi, supportando scuole e centri sanitari locali e predisponendo alloggi provvisori per alcuni rifugiati della Repubblica Centrafricana estremamente vulnerabili; si è altresì garantito ai rifugiati di ricevere documenti e si è provveduto alla loro registrazione.

L’UNHCR esprime apprezzamento per la Repubblica Democratica del Congo che ha mantenuto i propri confini aperti ai rifugiati. L’Agenzia fa appello affinché le comunità che ospitano rifugiati e i rifugiati stessi ricevano un sostegno urgente, per garantire che le necessità primarie tra cui l’accesso ad acqua, alloggio e assistenza sanitaria possano essere soddisfatte nei villaggi vicino al confine. In questo momento molti di questi villaggi ospitano un numero di rifugiati superiore al numero dei residenti locali congolesi.

 

Per ulteriori informazioni:

·         In RDC, Andreas Kirchhof, kirchhof@unhcr.org , +243 81 700 9484

·         A Bangui, Djerassem Mbaiorem, mbaiorem@unhcr.org , +236 72 30 12 88

·         A Ginevra, Babar Baloch, baloch@unhcr.org , +41 79 513 95 49

·         A Ginevra, Aikaterini Kitidi, kitidi@unhcr.org , +41 79 580 8334

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