Incendio a Cavagrande – Servono strategie e prevenzione

E’ necessario cambiare strategia di intervento e soprattutto puntare sulla prevenzione per contrastare con efficacia il grave fenomeno degli incendi in Sicilia e in particolare all’interno delle aree protette e delle zone di particolare interesse ambientale e naturale.
Marco Mastriani, componente del C.R.P.P.N. Consiglio Regionale Protezione Patrimonio Naturale della Regione Siciliana presso l’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente, afferma: purtroppo siamo arrivati a fine marzo e già si sono verificati due incendi all’interno della Riserva Naturale Orientata di Cava Grande del Cassibile. Uno verificatosi a gennaio e l’altro proprio ieri, in zona Contrada Cansiria, non facile da raggiungere ma che purtroppo proprio per questo motivo, è stato necessario l’intervento di un canadair che ha effettuato diversi lanci per spegnere il fuoco. E’ un dato molto grave e allarmante che pone un serio problema in Sicilia e in provincia di Siracusa, sulla capacità di contrastare il fenomeno degli incendi già in primavera e che urge un intervento immediato da parte della Regione Siciliana affinché si adottino tutti strumenti necessari per evitare una stagione molto grave come quella dell’anno scorso che ha fatto registrare in Sicilia un dato allarmante di quasi 40.000 ettari di superficie bruciata fra aree boschive e vegetazionali. Non si arrivi come ogni anno ai mesi estivi e poi si deve correre ai ripari solo per limitare i danni arrecati da incendi incontrollati, cercando anche di ridurre drasticamente il costo degli interventi di spegnimento con mezzi aerei o con elicotteri, potenziando l’organizzazione con la prevenzione e il controllo del territorio. Alcuni interventi da attuare immediatamente per evitare quanto accaduto negli anni precedenti è quello di: potenziare le attività di controllo e di indagine sui fatti accaduti, nel tramite del Corpo Forestale e possibilmente con l’ausilio di ulteriori esperti delle forze dell’ordine che possano affiancare i primi e mettere in campo una task-force di investigatori che possano consentire di arrestare eventuali colpevoli di incendi dolosi che spesso rimangono impuniti; è prioritario potenziare il controllo e il presidio delle aree boschive e di particolare importanza vegetazionale, comprese le aree protette con il supporto di organizzazioni di volontariato, della protezione civile, delle associazioni ambientali e culturali legalmente ricononosciute, al fine di creare un vero deterrente e un concreto controllo del territorio che ha portato risultati importanti nelle aree dove si è attuata una simile strategia di prevenzione; anticipare rispetto alla data del 15 giugno le attività e operazioni previste dal piano AIB (Antincendio Boschivo) visto già il verificarsi di alcuni incedi in primavera con la realizzazione delle linee tagliafuoco che comunque costituiscono un freno all’avanzare dell’incendio; potenziare il sistema di controllo soprattutto delle aree sensibili, attraverso l’ausilio di metodologie innovative e tecnologiche, come l’uso di droni, telecamere posizionate nelle aree di accesso e di transito verso le aree protette e aree demaniali, utilizzo di sistemi di telerilevamento con sensori di temperatura che consentano un immediato rilevamento e quindi anche di intervento, potenziamento del sistema di controllo del territorio con le torri di avvistamento che in ausilio alla innovazione tecnologica possono costituire un elemento di efficenza. Infine è necessario condurre interventi che contrastino il fenomeno di abbandono delle campagne e si promuova un incentivo nel ritornare a vivere in territori non urbanizzati ma di particolare bellezza e importanza naturale. Basti guardare cosa già fatto al Parco Nazionale dell’Aspromonte, in cui l’ente parco per contrastare il fenomeno degli incendi coinvolse gli agricoltori, allevatori, associazioni di volontariato, piccoli imprenditori che si presero cura del territorio stipulando dei contratti di responsabilità con l’ente gestore e si riuscì concretamente a ridurre e contrastare il fenomeno incendi attuando proprio un’azione di vigilanza e controllo del territorio.
Infine è necessario che tutti i comuni colpiti da incendi aggiornino il catasto incendi così come previsto dalla Legge Quadro 353 del 2000 e la Regione Siciliana vigili affinché questo avvenga, con particolare attenzione anche all’emanazione di ordinanze comunali affinché si contrasti in fenomeno di abbandono dei terreni con di pulizia e manutenzione degli stessi.
Il contrasto al fenomeno degli incendi in Sicilia deve diventare una priorità dell’agenda politica regionale ma lo diventi anche per le amministrazioni comunali che vivono il territorio e spesso sono parte lesa di questo fenomeno assurdo e criminale. Non c’è più tempo da perdere e si intervenga subito…
Molti sono gli interventi immediati e a medio termine che devono essere attuati ma sicuramente urge un’azione di intervento affinché si contrasti con efficacia il fenomeno degli incendi prima che arrivi l’estate e si eviti di distruggere il nostro patrimonio boschivo e vegetazionale con la notevole biodiversità che caratterizza il nostro territorio ibleo.”

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