Istanza di accesso agli atti e informativa alla Procura da parte di Punta Izzo Possibile e Natura Sicula. La caduta della linea elettrica ad alta tensione nel piazzale esterno al capannone, che sarebbe stata all’origine dell’incendio scoppiato lunedì, figurava tra i possibili scenari
incidentali. I tecnici della Regione avevano pertanto prescritto all’azienda una serie misure di sicurezza, sul cui rispetto il Libero Consorzio di Siracusa era chiamato a vigilare.
Tettoie per lo stoccaggio dei rifiuti, divisione in settori, cartelloni identificativi, piani di emergenza e rigide distanze di sicurezza tra i cumuli di ‘ecoballe’ e dalla linea elettrica ad alta tensione che sorvola lo stabilimento della Ecomac di Augusta.
Queste sono solo alcune delle 45 prescrizioni che, in seno all’autorizzazione rilasciata il 9 ottobre 2020 (D.D.S. n. 1092), il Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti aveva imposto alla Ecomac quali condizioni per il regolare esercizio dell’impianto di trattamento rifiuti.
Si tratta di un dettagliato elenco di limiti e misure di sicurezza volti a prevenire e ridurre al minimo il rischio di incidenti ambientali e a predisporre adeguati interventi di risposta e gestione delle emergenze, considerando il pericolo di incendi come la principale minaccia da scongiurare.
Una minaccia particolarmente elevata sotto il profilo dei possibili pregiudizi ambientali e sanitari, se si considera che tra i rifiuti che la Ecomac è autorizzata ad accogliere vi sono anche 1500 tonnellate annue di rifiuti pericolosi con capacità massima in contemporanea di 21 tonnellate.
Tra questi si annoverano elettroliti di batterie e accumulatori, toner per stampa esauriti e contenenti sostanze pericolose, apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi, tubi fluorescenti e altri componenti contenenti mercurio.
Alla Ecomac era stato pertanto imposto di dotare di copertura con tettoia e di setti divisori le aree esterne destinate allo stoccaggio dei rifiuti (R13), limitando a 3 metri l’altezza dei cumuli di rifiuti e dei setti.
La caduta della linea elettrica ad alta tensione nel piazzale esterno al capannone, che sarebbe stata all’origine dell’incendio scoppiato lunedì, figurava tra i possibili scenari incidentali. I tecnici della Regione avevano pertanto prescritto all’azienda di destinare le aree più prossime alla
proiezione verticale della linea elettrica “esclusivamente per i materiali non combustibili (vetro e metallo)”, rispettando in ogni caso una distanza di sicurezza non inferiore a 5 metri lineari “tra il perimetro dell’area esterna adibita allo stoccaggio del materiale combustibile lavorato (ecoballe) e la proiezione verticale della linea elettrica aerea che sovrasta il piazzale esterno”. In relazione alla stessa linea elettrica, inoltre, era stato imposto ad Ecomac di ottenere il “nulla-osta da parte dell’ente gestore ovvero dichiarazione dalla quale si evinca che la stessa non è in esercizio”.
Alla luce del vasto incendio che – a giusto titolo – ha allarmato le popolazioni del polo industriale, alla Procura di Siracusa e agli ufficiali del NICTAS è riservato il compito di accertare eventuali profili di responsabilità penale. Ai cittadini e alle associazioni impegnate nella difesa dell’ambiente va tuttavia riconosciuto il diritto di sapere se tutte le misure di sicurezza preventive erano state
rese operative all’interno dell’impianto e se le azioni anti-incendio erano state correttamente pianificate e messe in atto in occasione dell’evento.
Sulle istituzioni locali e regionali grava il compito di fornire una completa informazione sulle reali cause dell’incendio e sui controlli, preventivi e successivi, posti in essere dagli enti competenti. A nulla valgono, se non ad alimentare sospetti di reticenze e mendacità, le
rassicurazioni proferite dai sindaci in assenza di un qualsivoglia dato tecnico-scientifico sulla esatta quantità e qualità dei rifiuti bruciati e sulle sostanze nocive liberate nell’atmosfera.
Per contribuire a far chiarezza e trasparenza sull’accaduto, nella giornata di ieri l’associazione Natura Sicula e il Coordinamento Punta Izzo Possibile hanno indirizzato una dettagliata istanza di accesso agli atti al Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti, al Libero Consorzio di Siracusa, all’Arpa e alla Prefettura di Siracusa.
Tra le richieste rivolte agli enti vi è quella di accedere ai piani di emergenza (interno ed esterno) dell’impianto Ecomac e di rendere noti non solo gli esiti delle analisi ambientali condotte a seguito dell’incendio, ma anche i verbali dei controlli periodici dalla data di messa in esercizio
dell’impianto, nell’ambito dell’attività di vigilanza posta dalla legge a carico del Libero Consorzio di Siracusa, anche avvalendosi dell’Arpa Sicilia (art. 197, d.lgs. 152/2006).
L’istanza di accesso civico è stata anche trasmessa quale informativa alla Procura di Siracusa e al NICTAS, allo scopo di fornire agli inquirenti elementi conoscitivi e dati amministrativi utili al prosieguo delle indagini.