Il dopo-inchiesta alla Cisma Discarica verso la riapertura

 

SIRACUSA – Ora la Regione conta di riottenere una distribuzione equilibrata dei rifiuti solidi urbani, tornare ai limiti di biostabilizzazione previsti dalla legge, non avere necessità di ulteriori deroghe e soprattutto non rischiare l’emergenza di un anno fa. Sarebbe questo uno degli aspetti, forse quello pubblico più impattante, della imminente riapertura della discarica Cisma, di Melilli, nel Siracusano. Il chiacchieratissimo sito, epicentro giudiziario dell’inchiesta sullo smaltimento illegale di rifiuti pericolosi che ha portato all’arresto tra gli altri dei due proprietari, Antonino e Carmelo Paratore, sta per ripartire.

Sotto amministrazione giudiziaria, con le attività sospese dal 20 marzo, ha terminato quasi per intero la fase propedeutica a una ripresa che, secondo gli obiettivi della gestione transitoria sotto l’egida del tribunale di Catania, sarà garantita e controllata. “Se ci sono stati accordi fraudolenti per smaltire senza autorizzazioni e in maniera illegale, lo verificherà la magistratura – spiega l’amministratore giudiziario, Francesco Carpinato -. Oggi ci interessa che tutto sia gestito in piena regola, nel bene del territorio e dei dipendenti. Approfittando che non ci siano imprenditori senza scrupoli che devono fare per forza profitto, se l’imprenditore Stato riesce sinergicamente a gestire un posto sicuro e controllato in cui giungano rifiuti, è un bene per tutti. Oggi che Arpa è la benvenuta, prima non era esattamente così”.

Il gip ha già dato l’ok alla ripresa, c’è un nuovo Cda e un nuovo direttore tecnico, mancava solo che la Regione si esprimesse riguardo al profilo autorizzativo (Via e Aia). C’è stata una conferenza di servizi per arrivare a un nulla osta in questo senso. Si è deciso per la presentazione di un’istanza di revisione della Via e dell’Aia. Oggi l’amministratore giudiziario l’ha presentata. Si tratta di una procedura accelerata, prevista anche dal codice dell’ambiente: qualora non ci siano modifiche sostanziali o che non comportino un impatto ambientale che non sia stato in precedenza valutato, può essere riconfermata l’autorizzazione. Una sorta di autocertificazione che sta servendo a accelerare le procedure. Una presa d’atto e di verifica sottoscritta da tutti gli enti coinvolti. Formalmente i dipartimenti Acqua e rifiuti e Ambiente della Regione convocheranno una ulteriore conferenza di servizi che hanno chiamato “decisoria”, ma di fatto tra una settimana tutto sarà pronto.

Il sistema di rifiuti integrati in Sicilia dovrebbe trarne rinnovato equilibrio. Della chiusura della Cisma hanno risentito sia il sistema di stoccaggio dei rifiuti solidi urbani sia quello dei rifiuti speciali pericolosi e non. Il sito è al centro di un’area fortemente industrializzata: in questi due mesi aziende come Isab, Eni, Lukoil, sospese le commesse con la Cisma, hanno portato i loro rifiuti a Potenza a Trapani a Palermo. “Avere un posto sicuro e controllato in cui questi rifiuti giungano, è un bene per tutti”, ha sottolineato Carpinato. Riguardo ai rifiuti solidi urbani, invece, la chiusura della discarica di Cisma ha determinato che 400 tonnellate di rifiuti al giorno siano stati trasportati nella discarica Sicula trasporti (Lentini). E così i tempi di biostabilizzazione si sono allungati oltre i limiti ordinari previsti dalla normativa, richiedendo necessità di deroghe. Tutto quello che la Regione, autorizzando Cisma, aveva voluto evitare.

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