SIRACUSA – Il più importante cantiere della Sicilia, l’autostrada Siracusa-Gela, è bloccato perché direttore dei lavori e responsabile del procedimento sono stati sospesi con una misura cautelare emessa dal tribunale di Messina tre giorni fa. Si tratta di un appalto da 250milioni di euro, del quale è stato realizzato quasi il 40%, con un indotto di quattrocento dipendenti che rischiano il posto, duecento dei quali dipendono direttamente dalla Cosige (consorzio di imprese tra Condotte e Coseidil) che si è aggiudicata i lavori.
IL PROVVEDIMENTO. Il responsabile del procedimento per la realizzazione del lotto Rosolini – Modica della Siracusa Gela Gaspare Sceusa e il direttore dei lavori Angelo Puccia sono finiti nel mirino della direzione investigativa antimafia con l’accusa di peculato per aver beneficiato dei fondi legati alle premialità per progetti ritenuti “viziati”.
Con la decisione del Gip messinese sono rimaste vacanti le loro caselle e i vertici del Consorzio autostrade non li hanno ancora sostituiti. Senza Puccia, nominato dal Cas, che è anche responsabile per la sicurezza, il gruppo Cosige è stato costretto a bloccare i lavori: non è possibile, in un cantiere nel quale gravitano 400 persone, operare senza questa figura prevista dalla legge.
I RITARDI – I 22 chilometri della Noto – Rosolini sembrano infiniti e stavolta la colpa non è degli imprenditori, ma dei ritardi nei pagamenti del Consorzio autostrade. I crediti vantati, con i lavori fermi a circa il 40%, ammonterebbero a diverse decine di milioni di euro per stati di avanzamento certificati. Più volte sono intervenuti i sindacati e le associazioni di categorie.
LA BUROCRAZIA – Subito dopo l’operazione della Dia contro i “furbetti” del Consorzio autostrade, il presidente del Cas Rosario Faraci ha assicurato che tutti i dirigenti sospesi dalla magistratura sarebbero stati sostituiti. Per questo, aveva chiesto all’Anas il potenziamento dei contratti per sopperire alle professionalità mancanti. Nei cantieri, però, sono venute meno le figure previste tassativamente dalla legge e gli imprenditori non hanno avuto scelta: interrompere i lavori con 400 persone che, a un giorno dalla Pasqua, rischiano di perdere il lavoro.