Si è concluso questo pomeriggio con l’emissione di sentenza di condanna a carico di alcuni degli imputati il processo penale per l’inquinamento del Porto Grande nei confronti di alcuni ex dirigenti e funzionari della SAI 8, la società che ha gestito il servizio idrico integrato di Siracusa dal 2008 al 2014.
Marzio Ferraglio, ex Amministratore Delegato di Sai 8 e Salvatore Torrisi e Alessandro Aiello, rispettivamente ex Direttore Generale Gestioni Reti ed Impianti e Responsabile Infrastrutture della medesima società, sono stati dichiarati responsabili dei reati di smaltimento illegale dei fanghi provenienti dall’impianto di depurazione di C.da Canalicchio, mediante l’immissione in mare attraverso il torrente Grimaldi e di deposito incontrollato presso il depuratore dei medesimi fanghi e attraverso tali condotte avere danneggiato e deteriorato sia le acque del torrente Grimaldi sia quelle del Porto Grande di Siracusa. Gli imputati sono stati altresì condannati per avere omesso di adempiere agli obblighi derivanti dal contratto di servizio e affidamento del Servizio Idrico Integrato sia facendo mancare le opere necessarie allo svolgimento del pubblico servizio in oggetto sia commettendo frode nell’esecuzione della convenzione di gestione del Servizio Idrico Integrato. Gli imputati sono stati condannati al pagamento del risarcimento dei danni e delle spese legali in favore delle parti civili costituite (Legambiente, WWF Italia, Natura Sicula, Comune di Siracusa, Libero Consorzio Comunale di Siracusa e Ato Idrico).
Sono state quasi integralmente accolte le richieste avanzate in sede di conclusione dalle parti civili che, a differenza del pubblico ministero (che aveva chiesto la condanna del solo Ferraglio), avevano chiesto la condanna di tutti gli imputati per tutti i reati contestati.
Il deposito delle motivazioni consentirà una più compiuta analisi della sentenza. Per il momento riteniamo opportuno sottolineare come quello che si appena chiuso sia il primo processo in materia di inquinamento di una certa importanza – per la natura del bene paesaggistico e ambientale che ne è stato oggetto (il Porto Grande di Siracusa) e per il ruolo rivestito dagli imputati (tutti ex dirigenti e funzionari della società che gestiva il depuratore cittadino) – che si conclude (seppure in primo grado) con una sentenza di condanna.
Riteniamo inoltre significativo evidenziare come sia stato possibile giungere a questo risultato grazie alla collaborazione virtuosa di cittadini attivi con gli enti di controllo. Infatti, sulla base delle segnalazioni di ingenti formazioni di mucillagine nel porto da parte di cittadini e associazioni, nell’estate del 2011, sotto la direzione dei sostituti procuratori Marco Bisogni e Delia Boschetto, ebbe inizio una complessa attività d’indagine che nel marzo del 2012, all’esito di una ispezione notturna, portò al sequestro dell’impianto di depurazione.
Va evidenziato il ruolo fondamentale svolto nel corso delle indagini dalla sezione N.I.C.T.A.S. (la sezione di polizia giudiziaria del Nucleo Investigativo Circondariale Tutela Ambientale e Sanitaria presso la Procura della Repubblica), oggi diretta dal Dott. Maurizio Messina, che nel corso dell’inchiesta è riuscita a ricostruire le modalità attraverso le quali avveniva lo smaltimento illegale dei fanghi di depurazione dell’impianto biologico di Siracusa. Oltre alle analisi delle acque e alle ispezioni nell’impianto di depurazione, di grande efficacia è stato il raffronto tra i dati riportati sui registri di carico e scarico dei rifiuti nei diversi anni di gestione dell’impianto, da cui è risultato, negli anni 2010 e 2011, un ammanco di fanghi di più di 3.700 ton. (con consistenti risparmi in termini di costi di smaltimento per il gestore).
Marzio Ferraglio è stato condannato alla pena della reclusione di 6 anni e 6 mesi, oltre pene accessorie (interdizione dai pubblici uffici, dalle cariche dirigenziali in imprese e incapacità a contrattare con la P.A. per 5 anni).
Salvatore Torrisi alla pena della reclusione di 3 anni, oltre pene accessorie (incapacità a contrattare con la P.A. per 1 anno).
Alessandro Aiello alla pena della reclusione di 2 anni e 6 mesi, oltre pene accessorie (incapacità a contrattare con la P.A. per 1 anno).
Per una migliore comprensione, in altro allegato si riportano i capi d’imputazione del processo (evidenziati quelli per i quali è stata emessa sentenza di condanna nei confronti degli imputati Ferraglio, Aiello e Torrisi. Per gli altri reati è stata pronunciata sentenza di assoluzione per prescrizione. Gli altri imputati sono stati assolti: Lo Monaco Riccardo per insufficienza di prova, Fiore Rosario e Pappalardo Giampiero con formula piena).