Israele risponderà all’attacco iraniano, ma non è chiaro come e se sarà così violento da trasformare una spirale di violenza in una guerra regionale su vasta scala.
Funzionari statunitensi hanno affermato che una qualche forma di contrattacco all’attacco iraniano, che ha coinvolto più di 300 missili e droni, è quasi inevitabile, ma l’amministrazione Biden spera ancora in un contrattacco limitato e non mirato al territorio iraniano.
“Questo lancio di così tanti missili, missili da crociera e droni contro il territorio israeliano riceverà una risposta”, ha detto il capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane, il tenente generale Herzi Halevi, parlando dalla base aerea di Nevatim nel sud di Israele, che è stata leggermente danneggiata dall’attacco.
Il gabinetto di guerra israeliano si è riunito per la quarta volta negli ultimi due giorni lunedì pomeriggio, quando il primo ministro Benjamin Netanyahu, il suo ministro della Difesa, Yoav Gallant, e Benny Gantz, l’ex ministro della difesa e rivale centrista di Netanyahu, hanno nuovamente discusso su come procedere tra escalation e deterrenza.
“Rispettiamo che questa sia una decisione che spetta al gabinetto di guerra, al primo ministro”, ha detto lunedì alla CNN il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby che ha aggiunto che Joe Biden “è stato anche molto chiaro sul fatto che Washington non vuole una guerra con l’Iran. Non cerchiamo di ampliare e ampliare questo conflitto. Non vogliamo vedere la situazione degenerare”.
Una serie di opzioni sono state discusse durante un incontro durato diverse ore, ha riferito il canale israeliano N12 News, per mostrare all’Iran che le sue azioni hanno oltrepassato la linea rossa senza innescare una risposta ancora più violenta.
N12 ha riferito che Israele intende coordinarsi con gli Stati Uniti nella sua risposta, ma l’amministrazione Biden ha ripetutamente affermato che non prenderà parte ad alcun contrattacco israeliano. Lunedì i funzionari statunitensi sono apparsi rassegnati al fatto che il governo israeliano non avrebbe ascoltato il consiglio di Biden di “considerare una vittoria” l’abbattimento della stragrande maggioranza dei missili e droni lanciati nella notte tra sabato sera e domenica mattina.
L’IDF afferma di aver abbattuto il 99% dei droni e dei missili balistici e da crociera, ma successivamente, riporta il Guardian, è stato riferito che molti non erano nemmeno partiti o erano ben lontani dai loro obiettivi. Alla fine, solo quattro missili iraniani hanno colpito Nevatim.
L’amministrazione Biden, tuttavia, spera che il contrattacco non prenda fisicamente di mira qualcosa sul suolo iraniano, ma assuma la forma di un attacco informatico su larga scala, o mirasse a un alleato iraniano o a un obiettivo militare iraniano in un paese terzo come il Libano, la Siria o l’Iraq.
Un’altra possibilità è un attacco segreto contro un obiettivo all’interno dell’Iran non esplicitamente riconosciuto da Israele ed effettuato dalle forze speciali o dai servizi segreti dello stato ebraico.
Negli ultimi decenni si sono verificati una serie di omicidi di scienziati nucleari iraniani e di esplosioni in siti militari sensibili attribuiti a Israele, ma qualsiasi attacco aperto a siti militari od obiettivi infrastrutturali all’interno dell’Iran sarebbe visto diversamente da Teheran rendendo molto più probabile una guerra totale.