Itamil-Esercito, il nuovo sindacato militare – Foti: “Abbattiamo i muri che dividono le categorie”

È ormai ufficiale: parte l’associazione “Organizzazione Professionale a Carattere sindacale Italiana dei Militari” (in sigla ITAMIL- Esercito). Il Ministero della Difesa, On. Lorenzo Guerini, il 2 novembre ha firmato l’asseverazione del sindacato ITAMIL che vede come cofondatori il Cav. Sandro Frattalemi, veterano impiegato in diverse missioni di pace; Girolamo Foti da tre mandati consecutivi delegato nazionale del Cocer; il Cav. Nicola Passarelli vittima del dovere, nonché presidente onorario il Generale di Corpo d’armata (Ris.) e Carmine De Pascale già Comandante della Brigata Garibaldi e in diversi comandi militari all’estero.

Il gruppo ha già intavolato alcuni progetti che caratterizzeranno il sindacato: piattaforma strutturale del sindacato a livello locale, regionale e nazionale; sezioni in almeno 100 caserme d’Italia; comitati regionali in Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Campania, Lazio, Umbria, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia; piattaforma e radio ITAMIL Esercito.

In qualità di portavoce dei cofondatori del Sindacato, Girolamo Foti afferma: “Tra mille difficoltà per via del Covid-19, ci stiamo organizzando per assolvere tutti gli adempimenti burocratici ed organizzativi per mettere in moto il Sindacato. Entro dicembre in remoto presenteremo la nostra struttura organizzativa. Il nostro punto forza sarà la piattaforma ITAMIL ESERCITO e Radio ITAMIL che si potrà ascoltare tramite App per informare i nostri iscritti e non solo su tutte le tematiche attinenti al mondo militare. Sentirete le voci dei militari e dei loro familiari, per scambiarsi saluti e ricorrenze. Trasformeremo i nostri colleghi in una sorta di speaker per condividere con tutti i fatti del giorno e i lavori delle due commissioni Difesa. Per noi la comunicazione sarà la nostra arma da guerra, strumento per far sentire la nostra voce e difendere al meglio i nostri diritti. Avremo come obiettivo l’abbattimento culturale dei muri che dividono le categorie. A questo – conclude – seguirà molto altro. Siate pronti”.

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