“Eni ha riproposto la solita retorica dei due tempi, oggi si spengono gli impianti domani si realizzano gli investimenti. Il “piano di trasformazione“ mette in discussione la continuità occupazionale e alimenta ulteriormente i dubbi sulla tenuta complessiva di un sistema industriale che mostra da anni evidenti segni di debolezza strutturale e di sistema”. Questa la disamina fatta da Antonio Recano, segretario della Fiom Cgil di Siracusa a proposito delle dinamiche economiche e produttive nel petrolchimico priolese.
“Sono anni – dice – che i metalmeccanici pagano sulla loro pelle, con il peggioramento delle condizioni di lavoro, il prezzo di una “ristrutturazione”, che ha avuto segnali premonitori chiari: spericolate operazioni societarie con cui si è venduto ad Holding finanziarie (Achernes Assets; Argus Management) parti strategiche del patrimonio industriale del Petrolchimico come Erg Power e Lukoil; investimenti annunciati e mai realmente messi in cantiere che hanno allontanato sempre di più la possibilità di riconversione e riqualificazione dell’area che si estende tra i comuni di Augusta, Priolo Gargallo e Melilli; la sistematica riduzione delle spese di manutenzione con appalti costantemente al ribasso; una condizione di precarietà che ha trasformato i lavoratori in una massa di “avventizi” costantemente sottoposta al ricatto della disoccupazione. In questo quadro risulta inaccettabile la visione di chi, mistificando la realtà, agevola nei fatti un piano di ristrutturazione, che senza un’adeguata azione di contrasto rischia di essere disastroso sul piano occupazionale e sociale, in un territorio che fino ad ora ha sempre accettato passivamente un evidente impoverimento economico e sociale”.
I metalmeccanici rimangono “convinti che a decidere le sorti del Petrolchimico sarà la capacità di lotta dei lavoratori, per questo motivo ribadiamo la necessità di scendere in piazza il 12 novembre per reclamare un tavolo nazionale sul Petrolchimico e insieme ai lavoratori lanciare un forte grido di rabbia verso chi mette in discussione il futuro di un intero territorio”.