La pretesa dell’Amministrazione scolastica, di recuperare il ritardo accumulato per il colpevole immobilismo dei mesi scorsi, con il rifiuto di semplificare alcune delle procedure legate alla gestione del personale, stanno provocando un carico di incombenze del sistema scolastico, assolutamente insostenibili.
Dopo mesi di assenza della scuola dal dibattito nazionale sulla ripresa delle attività, dopo il periodo di confinamento, il ministero, con provvedimenti compulsivi e spesso improvvisati, pretende di recuperare il tempo perduto. In un momento di grande confusione e disagio, mentre sono aperti i bandi per i concorsi ordinario e straordinario per il reclutamento dei docenti, e per l’ammissione ai Tirocini Formativi Attivi per il sostegno, presso le Università, sulla scuola piovono una serie di incombenze che, per la loro complessità e delicatezza, mettono in crisi il sistema scolastico, mettendo seriamente a rischio il corretto avvio del prossimo anno scolastico.
Sono in corso le operazione per la mobilità annuale del personale docente e ata, con le segreterie delle scuole sguarnite per l’obbligo del personale di consumare le ferie entro il 31 agosto, gli aggiornamenti per le graduatorie provinciali del personale docente precario.
Tutto questo senza la possibilità di interloquire con i funzionari degli Uffici Territoriali, gli ex provveditorati, per la chiusura degli uffici al pubblico con funzionari in smart working, anche loro oberati da una mole di lavoro insostenibile.
Le strutture di supporto al personale della scuola sono travolte da una serie di richieste che non potranno essere interamente soddisfatte, con gravi ricadute sulla vita delle persone e sulla qualità del servizio scolastico.
Il potenziamento degli organici docenti e ata, più volte sbandierato dal ministero indispensabile per il rispetto delle prescrizioni legate al distanziamento tra gli alunni, sembra sempre più incanalarsi lungo un percorso pieno di ostacoli e incertezze.
A un mese e mezzo dall’inizio del nuovo anno, non ci sono certezze sui tempi e la disponibilità dei banchi monoposto, necessari per il rispetto delle prescrizioni imposte dal Comitato Tecnico Scientifico.
I dirigenti scolastici sono ormai quotidianamente vessati da richieste di monitoraggi e richieste di fabbisogni, con scadenze spesso immediate e secondo parametri tutt’altro che certi, che vengono costantemente modificati vanificando il lavoro fatto.
Si tratta spesso di vere e proprie molestie burocratiche, che costringono i dirigenti a occuparsi di attività che poco hanno a che fare con il compito di curare la pianificazione delle attività didattiche e la realizzazione del Piano dell’offerte formativa. I dirigenti chiedono con fermezza rispetto, come lavoratori e per la loro funzione. Come sindacato chiediamo all’amministrazione un maggiore rispetto di tutto il personale della scuola che, in un momento di grande drammaticità, ha svolto il proprio impegno con responsabilità, inventandosi una didattica a distanza che, con tutti i limiti più volte evidenziati e denunciati, ha permesso di contenere in qualche misura il danno provocato dalla chiusura delle scuole.
La sensazione è invece che a volte si navighi a vista, cercando soluzione spesso ai limiti dell’improvvisazione, senza un quadro di riferimento certo e, citando Seneca ricordiamo che “non c’è vento buono per il marinaio che non sa dove andare”