La Lega cambia pelle e i siciliani perdono l’onore senza reagire, anzi votano per gli oltraggiosi “polentoni”

L’ opinione – Un tempo i siciliani erano capaci di reazioni e di riscatto, mentre oggi non reagiscono più nemmeno alle offese più gravi, come quando nei bar c’era scritto: “Vietato entrare ai cani e ai meridionali”. Siano diventati abulici. Come può oggi un siciliano votare un partito assolutamente anti-meridionale come la Lega? È stata l’influenza della lotta anti-immigrazione a far dimenticare le offese e le chiacchiere di una “Sicilia accattona”? Tutto questo mentre il Pd perdeva ogni speranza e il 5Stelle avanzava e la democrazia perdeva il suo valore intrinseco. Forse per colpa anche delle chiacchiere su Renzi nello scandalo di Mafia Capitale, atteso che il 50% degli italiani non è soddisfatto dall’azione del Matteo nazionale e del suo governo nei confronti della corruzione galoppante che distrugge la società civile e mina alla base le istituzioni democratiche della Repubblica parlamentare.

Quando Matteo Salvini è arrivato a Palermo durante l’ultima campagna elettorale non sono mancate le contestazioni dei palermitani che gli hanno ricordato gli scandali del Carroccio e le sue uscite contro il Sud. E Salvini a quell’incontro dedicato alla sua nuova Lega-Nazionale, ha dichiarato che le offese anti meridionali del passato sono superate; come a voler dire: non è successo niente, scordiamoci il passato e buonanotte ai suonatori. Tra le sue proposte c’è quella di porre un freno al flusso degli insegnanti del Sud d’Italia verso il Nord o il coro contro i napoletani: “Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani”. “Cercheremo di evitare di ricadere negli stessi errori – ha detto demagogicamente parlando – ma se ci chiamano in migliaia vuol dire che il problema è la forma ma non la sostanza. Io non ho attaccato i siciliani – ha precisato – ma la cattiva politica. Se la Regione siciliana ha 20mila dipendenti evidentemente c’è un problema di gestione politica e di connivenza di un certo numero di cittadini. Pensiamo alle statistiche sui falsi invalidi, ovviamente non è tutta la popolazione, ma una parte”.

“Alla Sicilia possiamo offrire alcune risposte che i partiti (gli altri sono anche, Bossi, la Lega Nord e Forza Italia che hanno governato per un 20anni) non hanno saputo offrire”, ha continuato il leader leghista, che poi ha toccato anche il tema della mafia e dei suoi legami con la politica: “È il nemico pubblico numero uno. Dietro il business dei profughi c’è anche la malavita organizzata, dietro gli appalti truccati c’è la mafia. Chiunque puzzi di mafia, da qui al terzo grado di parentela – ha affermato – deve ritenerci nemici, anzi chiederemo la collaborazione delle associazioni perché ci dicano i sì e i no giusti. Non mi interessa un voto in più da gente chiacchierata”. Infine ha denunciato: “Ci saranno altri episodi alla Mafia capitale. C’è chi ci sta facendo quattrini, ma non mi riferisco a nessuno in particolare, non faccio il giudice…”.

Viene da pensare che forse il vero problema della Sicilia sono da sempre i siciliani. Scipio di Castro, poeta e scrittore, citato da Leonardo Sciascia nei suoi libri, Sicilia e sicilitudine, La corda pazza, Scrittori e cose della Sicilia, ha scritto durante la sua esistenza, dal 1521 al 1588, che “i siciliani generalmente sono più astuti che prudenti, più acuti che sinceri, amano le novità, sono litigiosi, adulatori e per natura invidiosi; sottili critici delle azioni dei governanti, ritengono sia facile realizzare tutto quello che loro dicono farebbero se fossero al posto dei governanti. D’altra parte, sono obbedienti alla Giustizia, fedeli al Re e sempre pronti ad aiutarlo, affezionati ai forestieri e pieni di riguardi nello stabilirsi delle amicizie. La loro natura è fatta di due estremi: sono sommamente timidi e sommamente temerari. Timidi quando trattano i loro affari, poiché sono molto attaccati ai propri interessi e per portarli a buon fine si trasformano come tanti Protei, si sottomettono a chiunque può agevolarli e diventano a tal punto servili che sembrano nati per servire. Ma sono di incredibile temerarietà quando maneggiano la cosa pubblica e allora agiscono in tutt’altro modo”.

Concetto Alota

 

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