La Soprintendenza verifica l’alienabilità dell’ex cinema Diana

Il comitato parchi è intervenuto sull’ex biblioteca comunale San Pietro, meglio nota come ex cinema Diana in via San Pietro in Ortigia, inserita nell’elenco dei beni immobili che il Comune capoluogo intende alienare. L’ha fatto, tramite l’avvocato Corrado Giuliano per accedere agli atti in possesso della Sovrintendenza ai beni culturali, il cui Sovrintendente, Antonino Lutri, ha dato seguito con una risposta articolata.
Dal 2018, l’edificio è tornato nella disponibilità dell’Amministrazione comunale, che vi ha trasferito un fondo antico costituito da volumi a partire dal XVI secolo, frutto di donazioni private e provenienti dal Gabinetto letterario di storia naturale del 1843. L’immobile, ribattezzato “Wunderkammer”, ha ospitato eventi pubblici e conserva una collezione di alto valore culturale, tra cui i materiali dello scienziato Alessandro Rizza, donati dal Liceo classico “Tommaso Gargallo”.
Con la Delibera di Giunta numero del 20 novembre – fa notare Michele Mangiafico, leader del movimento Civico 4 – l’amministrazione comunale ha dichiarato che quest’ immobile “non è utilizzato, non è strumentale alle attività dell’Ente e che lo stesso, piuttosto, potrebbe risultare funzionale ad eventuali investitori nell’ottica della riqualificazione dell’area, stante anche la centralità del bene nel quartiere Ortigia”. Con queste premesse, apre le porte alla speculazione di qualche privato e lo mette in vendita alla cifra di 415mila 800 euro.”
Si parte dalla considerazione che il Comune ha avviato la procedura di verifica della sussistenza dell’interesse artistico e storico, trasmessa alla Sovrintendenza il 3 ottobre scorso. Verifica che è ancora in corso e il procedimento non è stato concluso.
Il sovrintendente Lutri ha spiegato che l’ex biblioteca comunale è considerato un bene culturale ai sensi dell’omonimo codice e per tale motivo si tratta di un “bene inalienabile fino alla conclusione del procedimento di verifica dell’interesse culturale”. Spiega anche che “solo nel caso in cui il procedimento si concludesse con esito negativo, i beni sono liberamente alienabili. Nel caso in cui si concluda concludesse con esito positivo, invece, e quindi con un decreto di vincolo, il bene farà parte del demanio culturale e non potrà essere alienato se non nei limiti e con le modalità previste dal codice” dei beni culturali e del paesaggio.
“Devo complimentarmi con il sovrintende Lutri – afferma Giuliano – che ha dimostrato la sua attenzione verso questo bene culturale creando una discontinuità rispetto ai suoi predecessori ed una speranza di limitare questa forma di neo liberismo spietato. Diamo anche credito all’assessore Granata che ha fatto riaprire quell’immobile e a Cilea per la sensibilità con cui ha posto la tematica che potrebbe avere soluzione attraverso una volontà politica verso la trasformazione di immobili del centro storico in social housing”. Della vicenda si occuperà anche il consiglio comunale visto che sono in cantiere l’intervento della componente del gruppo del Pd, Sara Zappulla, e del consigliere Ivan Scimonelli.

Comments

comments

By F N

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Related Posts

× Segnala