Da nord a sud della penisola italiana avviene la raccolta della vendemmia che si inaugura solitamente con le uve Pinot e Chardonnay, con la Glera per il prosecco e con le grandi uve rosse del Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo, per poi concludersi con le uve di Aglianico e Nerello.
E’ interessante sapere che la maturazione, la quantità e la qualità dei vigneti dipende spesso dalle temperature e dall’assenza di grandinate.
Nonostante il calo del 5-10% rilevato dall’analisi della Coldiretti, si confida in una buona annata; tra l’altro l’Italia si conferma il primo produttore mondiale di vino, lasciando il secondo posto al vincitore della sfida Francia/Spagna.
Secondo la Coldiretti, la produzione italiana può aggirarsi intorno alle 607 varietà iscritte al registro viti; praticamente il doppio rispetto ai francesi, con le bottiglie made in Italy destinate per il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti su tutta la penisola.
Il restante 30% è rappresentato dai vini da tavola, a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare la nostra nazione; la quale vanta la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenaria.
E’ molto importante sapere che la nuova stagione del vino italiano si basi sulla sostenibilità ambientale, su politiche di marketing molto valide sfruttando anche l’utilizzo dei social, e puntando molto sul rapporto con i consumatori.
Non meno importante risulta l’azione dei giovani vignaioli che portano avanti le aziende di famiglia ed imprimono nelle proprie imprese delle svolte innovatrici nel sistema tradizionale.
Si stima che le aziende agricole dei giovani possiedano una superficie che va oltre il 54% rispetto alla media, un fatturato più alto del 75% ed il 50% di lavoratori in aggiunta rispetto agli standard.
Pertanto, la presenza dei giovani ancora una volta in tutta Italia ha dato una nuova impronta nelle attività multifunzionali: le imprese in erba trasformano e vendono il vino all’enoturismo fino alla vinoterapia grazie anche alla legge di orientamento per l’agricoltura (la 228/2001) sostenuta da Coldiretti.
Marika Cappuccio