L’associazione Giornalisti Radiotelevisivi e Telematici esprime solidarietà ai colleghi del quotidiano La Sicilia impegnati nella difficile battaglia contro i licenziamenti collettivi decisi dall’editore. Lo sviluppo del comparto on line che il quotidiano ha avuto negli ultimi tempi ed il grande lavoro d’analisi ed approfondimento svolto sul giornale che va in edicola dimostrano una vitalità ed un ruolo sociale che può reggere bene il pur difficile mercato dell’editoria.
Un panorama editoriale in cui scompare uno dei tre quotidiani storici della Sicilia deve destare molta preoccupazione a tutta la categoria dei giornalisti ed all’intera società civile, perché il sistema dell’informazione può reggere l’impatto contro le fake new ed il cannibalismo dei ruoli determinato dal fenomeno dei social (quando questi vengono utilizzati in maniera distorta ed al limite del codice penale), solo se diventa sistema misto, unendo sinergicamente carta stampata, tv, giornalismo on line, social media ed editoria specializzata nella saggistica. E’un sistema in cui il gruppo editoriale de La Sicilia è bene inserito e per il quale, quindi, non si comprende l’attuale corsa intrapresa verso il baratro.
Sono tante le iniziative che possono essere intraprese sul fronte della difesa di uno “strumento del comunicare”, come La Sicilia, fondamentale per la diffusione della conoscenza. Ma, dando priorità alla difesa dei posti di lavoro, occorre, innanzitutto, mobilitare l’opinione pubblica perché non scompaiano nel silenzio professionalità che rappresentano la memoria storica nella narrazione delle quotidiane dinamiche della cronaca. Così come è avvenuto per il Giornale di Sicilia, anni addietro, quando sono stati licenziati gli “articolo12” e, di recente, con l’azzeramento della redazione giornalistica di Tgs. E’ un momento difficile in cui i giornalisti devono ritrovare unità ed andare avanti compatti con iniziative da programmare su tutto il territorio regionale, in difesa dei posti di lavoro e della libera informazione. Difendere i giornalisti de La Sicilia, insomma, riguarda tutti noi, senza differenze d’appartenenza editoriale o di sistema di diffusione dell’informazione (carta stampata, on line o tv) perché ogni voce che si spegne rende tutti più poveri ed indebolisce la democrazia.