Il 90% dei metalmeccanici siracusani ha scioperato perché senza il contratto nazionale e senza il lavoro industriale la struttura democratica e la loro dignità è ritenuto dal sindacato sotto attacco.
“Dopo 7 mesi le trattative si sono interrotte per responsabilità di Federmeccanica, che ha rigettato la maggior parte delle richieste contenute nella piattaforma rivendicativa, presentando una contro-piattaforma, che ha messo in discussione la struttura stessa del contratto nazionale e ha portato alla rottura del confronto. Una decisione grave quella di Federmeccanica, che mantenendo una rigida posizione pregiudiziale, mette a rischio le relazioni industriali ed apre una contrapposizione che i lavoratori metalmeccanici sono intenzionati a vincere. La piattaforma presentata restituisce dignità a chi in questi anni ha creato valore in imprese che pur avendo realizzato profitti, non intendono ridistribuire niente ai lavoratori.”
“La contro-piattaforma proposta da Confindustria è palesemente sbilanciata a favore delle imprese, ignora le esigenze dei lavoratori e le difficoltà economiche che stanno affrontando
molte famiglie. Federmeccanica cerca di modificare sostanzialmente il modello della contrattazione, negando non solo un giusto adeguamento dei salari, ma sfuggendo temi
fondamentali come la precarietà, il divario salariale di genere e la transizione ecologica, tema molto sentito in una provincia dove il Petrolchimico rappresenta l’insieme del tessuto
industriale. I metalmeccanici, quindi, hanno scioperato anche per chiedere un progetto di risanamento e riconversione del polo industriale, e affermare un nuovo modello industriale sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e occupazionale“.