L’Editoriale – Rispettare le regole sul web bloccando gli operatori abusivi

Il web è una jungla in cui è difficile districarsi, ma proprie per questo le poche regole che fanno ordine al settore vanno rigorosamente applicate. È un imperativo categorico dal quale dipende il bene comune, per garantire quel positivo uso dei social al quale continuiamo a credere. Infatti, gli strumenti del comunicare che sono decollati su internet, dai Facebook, ad Instagram, a TikTok, hanno una precisa utilità per la società civile solo se, quando svolgono la funzione pubblica di informare la collettività, lo fanno attraverso operatori professionali a questo abilitati. Altrimenti, la confusione è totale e vengono meno quelle garanzie fondamentali sulle quali le autorità preposte al controllo dei mezzi di comunicazione devono vigilare.
Il cannibalismo dei ruoli, l’improvvisarsi comunicatori nelle pubblicità che manifestazioni fa venir meno proprio la sicurezza della comunicazione, il diritto del cittadino ad avere rispettati i propri diritti. A partire dalla privacy, all’immagine, alla correttezza dei dati che vengono narrati.
Il caso più devastante, in tale contesto, è quando ci si improvvisa produttori di servizi d’informazione e si fanno dirette in streaming di eventi pubblici. Senza essere accreditati, senza alcuna autorizzazione, senza operatori professionalizzanti in grado di rispettare le regole. E quel che è peggio, si verifica quando questi fatto, di per sé molto gravi, restano impuniti. Sotto gli occhi di chi dovrebbe vigilare e fa finta di non vedere.
Su questi temi lanciamo un forte grido d’allarme. Deve fare informazione chi è abilitato a trasmettere notizie, evento, quotidiana narrazione della cronaca in divenire. Altrimenti si perdono i punti di riferimento, si fa crescere il fenomeno delle fake news, si uccide la credibilità anche di quei canali social che vogliono dare il proprio contributo professionale alla crescita sociale e culturale della società civile. Insomma, se il web è una Jungla, è dovere di tutti impegnarsi perché lo sia sempre meno, perché le regole vengano rispettate, perché l’interesse generale prevalga suo mezzucci da bottega. Noi, si questa strada, faremo fino in fondo la nostra parte. Ma vorremmo che le autorità preposte facessero la loro. Semplicemente vigilando per evitare che il dilettantismo distrugga il lavoro di chi crede nel mestiere di fare informazione. Seriamente, al servizio della collettività.

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By Redazione

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