Legambiente scrive al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, e per conoscenza al Presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, per chiedere di partecipare ai lavori dei tavoli promossi dal MIMIT all’indomani dell’ordinanza del Tribunale del riesame di Roma che ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della legge “salva Isab/Ias” in ordine alla propria competenza rimettendo gli atti alla Corte costituzionale.
Sullo sfondo una complessa vicenda giudiziaria che l’Associazione ha seguito fin dall’inizio anche intervenendo, come Legambiente Sicilia, quale persona offesa nel procedimento penale per disastro ambientale ancora in corso dinanzi al Gip di Siracusa (proc. n. 975/19 R.G. n.r. e n. 2392/19 R.G. Gip). Quando lo scorso luglio lo stesso Gip non ha autorizzato la prosecuzione del trattamento dei reflui industriali da parte del depuratore, “disapplicando” il decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy del 12 settembre 2023 contenente le c.d. misure di bilanciamento tra le esigenze di continuità dell’attività produttiva e la tutela della salute e dell’ambiente, Governo e aziende del petrolchimico, hanno impugnato il provvedimento innanzi al Tribunale del riesame di Roma. Ecco perché la vicenda del depuratore consortile IAS è strettamente connessa al destino dell’intero polo petrolchimico e alla sua indifferibile riconversione ecologica; ed ecco perché Legambiente vuole offrire il proprio punto di vista e contributo nell’ambito dei tavoli ministeriali “IAS” e“Versalis”: abbandonare un modello industriale che non ha più futuro a favore della Giusta Transizione. Le scelte industriali che dovranno essere attuate nel siracusano sono un banco di prova della capacità del governo italiano e delle istituzioni regionali e locali di dotarsi finalmente di una politica industriale che offra nuove opportunità occupazionali, in cui giustizia ambientale e sociale trovino la sintesi. Una prospettiva che per realizzarsi ha bisogno del massimo coinvolgimento dei protagonisti istituzionali e sociali che operano sul territorio.
Ed è bene ricordare che altre realtà industriali siciliane aspettano d’essere riconvertite e rilanciate, a partire da Milazzo e Gela, passando per Termini Imerese e tante altre aree industriali dismesse, anche di minore entità, che potranno trovare opportunità di rilancio negli impianti a servizio dell’economia circolare e nell’ implementazione delle catene di approvvigionamento delle tecnologie a servizio delle energie rinnovabili, anche attraverso il supporto dei porti siciliani, così come avverrà a partire dal Porto di Augusta con lo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare.