L’Impresa Agricola Bio Parco di Santa Chiara di Noto in video conferenza all’Università Papa Giovanni Paolo II di Cracovia

 
Noto, 15 marzo- All’interno della “Settimana Nazionale del Lavoro Sociale”, ottava edizione, promossa dall’Università Papa Giovanni Paolo II di Cracovia oggi è stata protagonista, con l’intervento in video conferenza, l’Impresa Agricola Bio Parco di Santa Chiara. Il tema per cui l’Azienda netina è stata scelta e chiamata ad intervenire fornendo a docenti e studenti un esempio italiano in generale e siciliano in particolare, è stato: La globalizzazione, la mentalità consumistica e la necessità di trasformazione da mercato globalizzato ad economia locale basata sul connubio tra ecosostenibilità e identità contadina. All’interno di un aula virtuale si è sviluppato un interessante momento in cui gli studenti polacchi ed i loro docenti hanno appreso l’esperienza di Bio Parco di Santa Chiara strettamente connessa alla difficile situazione attuale. “La nostra azienda si inserisce in un contesto fortemente identitario in cui giocoforza l’ecosostenibilità vien da sé – riporta l’intervento Andrea Insenga Azzaro che con la moglie ha creato e messo sul mercato l’impresa-. Mai come in questo momento si rende necessaria una riflessione su cosa realmente può servire allo sviluppo dell’agricoltura ed alla sua sostenibilità. Il punto focale è il connubio tra ecosostenibilità e identità, due termini diversi ma che indicano entrambe la medesima cosa; l’ecosostenibilità è lo specchio della tradizione e dell’identità agricola siciliana. Basti pensare ai problemi legati al rischio idrogeologico e al ruolo dell’agricoltore custode. Innumerevoli sono i vantaggi in termini ambientali, uno fra tanti è strettamente legato alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili; con i costi alle stelle degli ultimi mesi ci si rende conto del vasto utilizzo che ne facciamo: irrigazione (esempio strettamente legato alla nostra tipologia di attività), trasformazione dei prodotti, e così via. La biodinamica, altro anello forte di una catena che si rifà fortemente alle tradizioni ed al modus operandi del contadino del secolo scorso: l’uso di fertilizzanti naturali non ha eguali a confronto del massiccio impiego di quelli chimici che a lungo andare avvelenano e distruggono la terra”. Temi con cui l’Azienda si confronta tutti i giorni, unitamente alle sfide imposte da un mercato globalizzato, dove lo squilibrio della bilancia del potere di acquisto degli agricoltori Italiani trova nell’avvento della moneta unica un temibile antagonista. “L’euro ha di fatto dimezzato il potere d’acquisto degli imprenditori agricoli, primo per il suo valore e poi perché i prezzi di vendita non vengono stabiliti in Italia ma altrove. Si aggiunga a ciò la piaga del caporalato dove a fronte di un’immissione esagerata nel mercato del lavoro di manodopera a bassissimo costo, si trova chi questa gente la sfrutta impunemente a danno di onesti lavoratori locali che di padre in figlio tramandavano tradizioni e conoscenze agronomiche indispensabili alla buona conduzione del fondo rurale. Insomma le istanze del mondo dell’agricoltura sono tante ma la classe dirigente a livello locale e nazionale resta sorda a richieste più che legittime. In Italia non c’è proprio un bel clima e il 19, sabato prossimo, ci sarà lo sciopero generale contro questo Governo per il caro benzina e in generale l’aumento indiscriminato di tutto”. L’intervento poi ha visto gli imprenditori netini rivolgersi direttamente agli universitari affascinati anche dai particolari sui prodotti agricoli, sulle loro peculiarità e ricchezze in tema di biodiversità e di come questa vada tutelata, protetta e sviluppata. “Noi veniamo da una generazione che ha sognato l’Europa nazione e per noi l’Università è luogo privilegiato dove nasce e si sviluppa l’idea di Patria – conclude Insenga Azzaro-. L’augurio che abbiamo fatto a questi ragazzi e che abbiano potuto cogliere, e che continuino a farlo grazie anche ad esperienze di confronto come quella di oggi, elementi e spunti importanti per far crescere il loro impegno in politica e nella società. E’ più che mai necessaria la rigenerazione della classe dirigente, perché quella attuale è la sola responsabile di tutti i danni che stiamo vivendo, e non solo nel mondo agricolo”.

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