ROMA. Da oggi un’ampia porzione di una delle zone umide più importanti del Mediterraneo, ovvero quel sistema di lagune costiere che va sotto il nome di “Pantani della Sicilia Sud Orientale” (tra le province di Siracusa e Ragusa), potrà beneficiare finalmente di tutte quelle azioni ed interventi volti a tutelarne ed incrementarne l’enorme valore naturalistico.
La Fondazione tedesca “Stiftung Pro Artenvielfalt” (Fondazione Pro Biodiversità – S.P.A.), dopo aver acquisito nel 2014 il Pantano Cuba, ha infatti recentemente completato l’iter per l’acquisto del Pantano Longarini.
I Pantani Cuba e Longarini formano il nucleo principale di questo articolato complesso di zone umide che si estende lungo il litorale tra Pozzallo e Marzamemi e ne costituiscono la porzione più ampia e rappresentativa dei vari habitat ed ecosistemi.
Territorio storicamente oggetto di caccia indiscriminata e bracconaggio feroce, questo lembo di Sicilia si trova in una posizione cruciale lungo la rotta migratoria per l’Africa e rappresenta un’importantissima area di svernamento e nidificazione per diverse specie molto rare, quali la Moretta tabaccata e l’Anatra marmorizzata.
Durante il corso dell’anno, offre condizioni ideali per la sosta, il nutrimento e la riproduzione di un numero incredibile di specie animali: oltre 250 specie di uccelli, almeno 21 specie di Libellule, centinaia di specie di insetti.
Da anni protezionisti siciliani e Fondazione tedesca SPA hanno tentato di strappare questa terra e gli splendidi animali che vi trovano rifugio a quel triste destino di morte, all’incuria e all’indifferenza che ne stavano compromettendo l’enorme potenziale.
In soli 3 anni, le donazioni di oltre 29.000 cittadini tedeschi attivati dall’esperto e il lavoro del Presidente della Fondazione, Roland Tischbiere svolto insieme a un gruppo di circa 30 volontari provenienti da tutta la Sicilia, ha generato un risultato senza precedenti.
L’obiettivo di questa acquisizione è quello di fermare e rimuovere i fattori fortemente negativi che impattavano sull’area, come i fenomeni di bracconaggio, l’abbandono illegale e generalizzato di rifiuti e il disturbo da attività antropiche non compatibili con le esigenze di conservazione di questo delicato ecosistema.
“Sono ancora nella nostra memoria tutti i giorni e le notti passate a contrastare il bracconaggio dilagante, quando l’area era considerata terra di nessuno e quindi facile preda di individui senza scrupoli che facevano strage di Fenicotteri, Cicogne, rapaci e altre specie rare e comunque protette in spregio di qualsiasi normativa”, ricorda Carlo Cappuzzello, responsabile italiano della SPA.
“Allora eravamo solo un manipolo di volenterosi sognatori, ma oggi abbiamo imparato che, se ci si impegna a fondo mettendo l’anima in ciò che si fa, i sogni si possono avverare”.
Già all’indomani dell’acquisizione della proprietà del Pantano Cuba nel 2014, sono state immediatamente intraprese le prime azioni di ripristino e bonifica. Sono stati rimossi finora circa 120 metri cubi di rifiuti di ogni genere.
Sono state rimosse serre e plastica per un’estensione di diversi ettari, sono state piantumate circa 1.300 piantine tipiche della macchia mediterranea, oramai quasi scomparsa dai terreni circostanti, sono stati effettuati una serie di interventi volti ad incrementare la presenza degli uccelli sia durante la migrazione e lo svernamento, sia durante la stagione riproduttiva.
Ora lo stesso impegno sarà profuso dal team di volontari della SPA nell’attuazione degli opportuni interventi al Pantano Longarini, attualmente ancora oggetto di bracconaggio soprattutto notturno e di fenomeni diffusi di abbandono di rifiuti di ogni genere.
Agli interventi immediati di contrasto dei fenomeni degenerativi seguiranno quindi le azioni di rinaturalizzazione e di miglioramento degli habitat esistenti a favore delle specie più rare e minacciate, nonché una serie di interventi per la fruizione da parte dei numerosi appassionati, soprattutto stranieri, che già da qualche anno visitano l’area con sempre maggiore frequenza.
In tutte le attività che hanno richiesto e richiederanno il coinvolgimento di ditte specializzate, imprese o lavoratori in genere, la Fondazione ha scelto di affidare il lavoro a realtà locali, in modo da creare fin da subito una ricaduta positiva in termini occupazionali e di reddito sulla comunità locale.
L’obiettivo è quello di innescare, nel medio periodo, un cambiamento a più ampio raggio per valorizzare l’area. Vogliamo ripristinare le condizioni ottimali, creando i presupposti per l’avvio di un processo virtuoso che porti a un’economia locale sostenibile legata al turismo naturalistico e alla produzione agricola di eccellenza.
“Nel campo della protezione della Natura le fiabe a lieto fine non sono molto frequenti, specie in Sicilia, ma questa è una di quelle che vorremmo fosse destinata ad essere raccontata per molto, molto tempo” conclude Carlo Cappuzzello “anche perché il processo che abbiamo innescato è di lungo e ampio respiro e siamo convinti che in futuro nuove “puntate” potrebbero aggiungersi.