A cura di Concetto Alota
La Sicilia si colloca al terzo posto, dopo Calabria e Campania per la permeabilità della criminalità organizzata nella società italiana. Il più alto indice di penetrazione mafiosa è stato addebitato – dallo studio Eurispes – a Caltanissetta che è in sesta posizione nella classifica nazionale. Segue, al tredicesimo posto, Catania, mentre Siracusa e Trapani sono piazzati nella quindicesima posizione (nella zona rossa). Agrigento è stata piazzata al diciassettesimo posto, Enna al diciannovesimo e Palermo al ventunesimo. Meglio per Ragusa che è 24esima, e Messina 28esima. Dati riferiti alla fine del 2020.
Nel territorio siracusano, ancora bombe, fuoco e intimidazioni a largo spettro. Altro che provincia “babba”, Gli episodi registrati dall’inizio dell’anno fanno conquistare a Siracusa la poco invidiabile media statistica di atti intimidatori contro commercianti, ma anche per fatti personali. Gli ultimi episodi sono avvenuti nel giro di appena pochi giorni, ma la risposta delle forze dell’ordine non si è fatta attendere, lavorando e indagando in lungo e in largo, costretti a trovare nuove regole per una nuova strategia contro la criminalità che si riorganizza ad ogni atto di forza dello Stato democratico. Ma questo accade anche per la poca collaborazione delle vittime predestinate e dei testimoni. Gli investigatori della Squadra Mobile di Siracusa hanno portato a termine un’operazione di polizia che apre nuovi spiragli investigativi; il ritrovamento nel terrazzo e il sequestro in un condominio in Viale dei Comuni, una delle zone calde della città di Siracusa, di un pericoloso ordigno artigianale dal peso di 400 grammi, oltre ad eliminare il dispositivo dalla disponibilità della criminalità che avrebbero potuto farne uso per i loro fini illeciti, conferma che il fenomeno non è circoscritto, ma esteso e pericoloso.
Siracusa e la sua provincia rimane legata ad una omertà che non si può considerare mafiosa, ma abulica. La mafia, come tutti i fenomeni sociali, non è invincibile; si combatte con una politica di un governo forte e deciso e con la collaborazione di tutti i cittadini onesti e coraggiosi. “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.” Così parlava Paolo Borsellino.