Ieri (lunedì 6 agosto), una barca con a bordo 116 rifugiati somali è arrivata nel porto di Berbera in Somalia dopo essere salpata da Aden, nello Yemen, domenica. Questo è l’ultimo ritorno spontaneo assistito facilitato dall’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, in cooperazione con l’OIM e le autorità dello Yemen e della Somalia. Con questo gruppo, il numero di rifugiati che sono rientrati in Somalia dal 2017, anno di inizio del programma, ha superato i 2.000. Fino ad ora 1.321 somali (comprese le 116 persone partite domenica) sono tornati ai loro luoghi di origine in Somalia nel 2018.
Negli ultimi due mesi, le condizioni meteorologiche avevano impedito quest’ultima partenza. Tra i rifugiati c’erano donne sole a capo di nuclei familiari in attesa di unirsi alle loro famiglie allargate, diversi studenti speranzosi di riprendere i loro studi e una persona in condizioni mediche critiche che viaggiava con suo figlio, i suoi familiari e un medico.
Il programma dei ritorni spontanei assistiti (Assisted Spontaneous Returns – ASR) è stato avviato nel 2017 in risposta alla richiesta di sostegno nel ritorno sottoposte all’UNHCR da alcuni rifugiati. Attualmente lo Yemen ospita oltre 270.000 rifugiati, la maggior parte dei quali somali (256.363). Circa il 45% è ospitato nel sud del Paese, nel campo di Kharaz – l’unico campo rifugiati dello Yemen – e nell’insediamento urbano Basateen ad Aden. Altri rifugiati si trovano in diverse località nel nord del Paese.
Il conflitto in corso in Yemen ha colpito non solo gli yemeniti ma anche i rifugiati che vivono nel Paese. L’UNHCR e i partner affrontano sfide significative nel garantire condizioni di vita sicure, adeguata protezione, assistenza umanitaria e accesso a beni e servizi essenziali. I rifugiati sono esposti al rischio di matrimoni precoci, lavoro minorile, detenzione e ulteriori spostamenti. Queste circostanze hanno aggiunto alla necessità urgente per l’UNHCR di aumentare il sostegno umanitario, quella di mitigare i rischi e trovare soluzioni durature per queste persone.
L’UNHCR ha realizzato campagne di informazione per garantire che i rifugiati siano in grado di prendere decisioni volontarie e adeguatamente informate in merito all’opportunità di far ritorno alle proprie case, soprattutto in considerazione dell’attuale contesto in Yemen. Molti di coloro che scelgono di tornare a casa sono spinti dalle difficoltà nel provvedere al proprio sostentamento e guadagnarsi da vivere. Altri, specialmente quelli che hanno completato la scuola media o secondaria, sperano di ricevere un’istruzione superiore in Somalia. Nelle condizioni attuali, tali opportunità in Yemen sono minime.
Il viaggio dal porto di Aden a Berbera richiede circa 15-17 ore. L’UNHCR fornisce un pacchetto di assistenza ai rifugiati sia in Yemen che in Somalia. In Yemen, il pacchetto comprende un contributo in contanti per procurarsi beni essenziali per il viaggio e pagare eventuali debiti o obblighi finanziari in sospeso. L’assistenza per il trasporto nazionale e internazionale è fornita dall’OIM, così come l’assistenza medica. L’UNHCR facilita anche i permessi per uscire dal Paese e i documenti di viaggio in collaborazione con le autorità yemenite e somale. All’arrivo in Somalia, le persone rimpatriate ricevono una sovvenzione in contanti per la loro reintegrazione e un’indennità di prima assistenza, che comprende anche un pacchetto composto da articoli per la casa, assistenza alimentare tramite il WFP e un contributo per le spese scolastiche per i bambini delle scuole primarie.