Smarrite le carte, in fumo 60 milioni per le bonifiche a Priolo
“Siamo disgustati nel constatare come la Regione non ha avuto finora nemmeno la capacità gestionale minima di tenere ordinata tutta la documentazione delle bonifiche Sin delle aree industriali di Priolo, Gela e Milazzo. Tutto il lavoro che abbiamo fatto al ministero per velocizzare l’utilizzo dei 64 milioni di euro di fondi nazionali previsti per il risanamento di questi siti rischia di subire forti rallentamenti o di essere vanificato, perché non si trovano i progetti negli uffici, come lo stesso assessore Pierobon ha dichiarato candidamente a Repubblica. Anche se fosse solo una scusa per nascondere l’incapacità della Regione di completare l’iter procedurale delle bonifiche, saremmo comunque al delirio dell’incompetenza. Intanto, la salute dei siciliani resta ad alto rischio. In tutto questo, chi ha sbagliato paghi”.
Lo dichiarano i deputati regionali del Movimento 5 Stelle Antonio De Luca, Nuccio Di Paola, Giorgio Pasqua e Giampiero Trizzino, che da diversi mesi seguono la vicenda delle bonifiche nei principali siti industriali della Sicilia, tenendo contatti con il governo nazionale.
“Le discariche dismesse – ricordano i deputati – aspettano ancora un Piano dei rifiuti che è fermo da 20 anni. La legge sulla dismissione dell’amianto, approvata da tutti e pure da Musumeci nella passata legislatura, ancora attende di essere messa in esecuzione. Adesso il povero assessore Pierobon sarà costretto chiamare dei detective perché non sa cercare un documento negli uffici che amministra. Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che in Sicilia del risanamento ambientale non importa niente a nessuno. L’assessore dovrebbe riflettere molto sulle sue capacità di gestire il settore e il presidente della Regione dovrebbe prendere delle decisioni consequenziali”.
“Abbiamo svolto un lavoro incessante con il governo nazionale e con il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa – aggiungono i deputati – perché le risorse previste venissero spese nel più breve tempo possibile. Purtroppo ogni tentativo di creare sinergie è sprecato se Roma ci ascolta ma poi a Palermo gli uffici non sono capaci di andare avanti con le procedure. Un fatto ridicolo che evidenzia l’incapacità totale di attuare una gestione moderna e manageriale della macchina burocratica regionale. Del resto il presidente Musumeci non ha migliorato nulla rispetto ai danni che aveva fatto il suo predecessore Crocetta, che smembrò le competenze degli uffici, come quelle su Aia e Via-Vas, distribuendole tra più assessorati e facendo diventare tutto più farraginoso”.