Messina. Incidente Probatorio: l’avvocato Amara chiarisce alcuni aspetti del “Sistema Siracusa”

Sul “Sistema Siracusa” ‘avvocato Piero Amara chiarisce alcuni punti finora oscuri; in particolare per la posizione di tre degli indagati che ora tenteranno la richiesta di archiviazione. Nella prima udienza dedicata all’incidente probatorio, disposto dal gip del tribunale di Messina, Maria Militello, ha accolto la richiesta formulata dal procuratore capo Maurizio De Lucia e dai pm Federica Rende, Antonella Fradà e Antonio Carchietti a seguito delle dichiarazioni rese dagli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore nell’ambito dell’inchiesta del cosiddetto “Sistema Siracusa”. In apertura d’udienza, il giudice per le indagini preliminari ha emesso un’ordinanza con la quale ha rigettato tutte le eccezioni formulate dai legali difensori degli indagati, che vertevano essenzialmente sul fatto che abbiano ricevuto solo un sunto del contenuto dell’interrogatorio dei due legali. Rigettata anche un’eccezione di illegittimità costituzionale.

Subito dopo, i sostituti procuratori hanno esaminato Piero Amara, primadi passare al controesame che avverrà per quasi tutti i legali difensori in occasione della prossima udienza, fissata per martedì prossimo. In quella circostanza, se rimarrà tempo, sarà iniziato l’esame dell’avvocato Giuseppe Calafiore. L’unico contro esame che si è espletato oggi è quello condotto dall’avvocato Giuseppe Cavallaro, che difende il giornalista Giuseppe Guastella. In buona sostanza, Amara ha confermato di avere finanziato il periodico “Diario 1984” ma soltanto per una questione di amicizia nei confronti di Pino Guastella che ne è il direttore. Ha detto che è infondato il fatto che Guastella abbia scritto articoli su commissione e, quindi, ha escluso che potesse esservi un asservimento del giornalista così come ha rigettato le indicazioni per le quali Guastella avrebbe scritto contro alcuni magistrati notizie diffamatorie.

Alle domande dei pm, Amara ha scagionato anche l’imprenditore Alessandro Ferraro dall’accusa di corruzione affermando di non avere mai utilizzato la sua carta di credito per effettuare pagamenti a favore dell’ex pm di Siracusa, Giancarlo Longo. Soddisfazione esprime l’avvocato Maria Spurio, nell’avere constatato che Amara ha dato riscontro alla linea difensiva di Ferraro che aveva prodotto documenti e dimostrato di non avere mai avuto relazioni di amicizia e nemmeno di conoscenza con il magistrato napoletano. Sfiorata soltanto la vicenda relativa al depistaggio per il caso Eni. Amara ha, infatti, riferito che in quella circostanza dell’agosto 2016 l’attività di Ferraro si sarebbe limitata al deposito della denuncia in Procura. Infine, l’avvocato Piero Amara ha scagionato Davide Venezia, accusato di essere depositario di soldi che poi venivano impiegati dai due legali implicati nelle indagini dell’inchiesta denominata “Sistema Siracusa”.

Concetto Alota

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