Morte del maresciallo Gioia, periti a confronto


Il gup del tribunale Salvatore Palmeri ha disposto un contraddittorio tra i due periti super partes e quelli nominati da accusa e difesa al processo per la morte del maresciallo dei carabinieri Licia Gioia, per la quale è imputato il marito, Francesco Ferrari. La decisione è stata assunta dal giudice a conclusione dell’udienza di ieri mattina in cui il perito balistico Felice Nunziata e il medico legale Cataldo Raffino si sono sottoposti all’esame del pm Gaetano Bono e al contro esame delle parti. I due esperti hanno ribadito l’altissima probabilità che la donna si sia uccisa impugnando l’arma di ordinanza malgrado la posizione in cui è stato rinvenuto il cadavere diverga rispetto alla dinamica prospettata. Molte le domande poste dal pm Bono, poco convinto dall’esito della super perizia come la parte civile che ha insistito molto sull’incongruente posizione di Gioia, distesa sul letto matrimoniale della villetta di contrada Isola.

Per dirimere ogni dubbio, il giudice ha fissato una nuova udienza per il 26 novembre quando saranno convocati, oltre ai due consulenti super partes, anche tutti gli altri periti che hanno avuto modo di esaminare la vicenda per un contradditorio. Saranno convocati, quindi, i professori Compagnini e Plebe, nominati dal Gip Carmen Scapellato, che propendono per il suicidio; il professore Stefano Conti e il medico legale Giuseppe Bulla, nominati dai genitori del maresciallo Gioia, che puntano sulla tesi dell’omicidio; i periti del pubblico ministero, Averna, Di Forti e Inzirello che insistono per un’ipotesi diversa dal suicidio; il medico legale Orazio Cascio, nominato dalla difesa dell’imputato.

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