Morte del piccolo Evan, la madre: “Voglio essere interrogata dal pm”

Ha chiesto al pubblico ministero, Donata Costa, di essere interrogata. È una madre provata Letizia Spatola, la 23enne di Rosolini, detenuta nel carcere di Messina perché accusata del concorso nell’omicidio del figlioletto Evan di 21 mesi, in particolare per non aver impedito al compagno di compiere gli atti di violenza. Nel primo lungo colloquio con il legale difensore, ha mostrato la fragilità di una donna che sta realizzando di avere perso il suo bambino ma anche la determinazione a protestare la propria innocenza. “Posso magari rimproverarmi di non avere interrotto la relazione con il mio compagno per alcuni suoi atteggiamenti aggressivi ma mai di avere provocato la morte di Evan”, ha detto la donna che viene osservata a vista dagli agenti di polizia penitenziaria per evitare il rischio di gesti autolesionistici.

L’indagata continua a ripetere di non avere assistito a episodi di violenza ai danni di Evan. “Solo in una circostanza – ha riferito la donna al legale di fiducia – nel mese di gennaio, quando ancora eravamo a poco più di un mese della nostra convivenza, lui ha picchiato me e il bambino, utilizzando il cavo dell’antenna. L’ho cacciato da casa. Poi, però, è stato bravo a farsi perdonare e la nostra relazione è proseguita fino a quel maledetto giorno”. Oltre a sottoporre a nuovo interrogatorio l’indagata, la difesa di letizia Spatola ha intenzione di chiedere l’incidente probatorio per sentire il figlio di 6 anni della donna. Il bimbo fino al giorno della tragedia, ha vissuto con la madre e il suo compagno e “con tutte le cautele che il caso impone – dice l’avvocato Natale Di Stefano – potrebbe dirci molto rispetto a quanto avveniva nell’abitazione di via Eloro”.

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