Domenica 27 novembre 2016 si è svolta nell’antico Mercato di Ortigia a Siracusa una manifestazione culturale conclusiva di tre giorni dedicati a mostre dell’artigianato, esposizione di prodotti gastonomici tipici siciliani, mostre di pittura, esecuzioni musicali e coreutiche, sfilate di moda.
Nel pomeriggio del giorno suddetto, nel contesto molto suggestivo dello spazio adiacente il bellissimo cortile circondato di portici del più antico mercato di Sicilia, nell’isola di Ortigia, si è svolta inoltre una conferenza-presentazione di un libro – Il libro proibito, ed. A&A – del compositore e scrittore Giampiero Bernardini. Presente l’autore stesso nella duplice veste di relatore e moderatore, coadiuvato dal giovanissimo e sorprendente Alessandro Augelli nella veste di intervistatore.
Il soggetto del libro – un romanzo thriller a sfondo musicale – era esemplificato dallo stesso autore, interrogato dal giovane Augelli, come una sorta di “metaromanzo”, vale a dire un’opera letteraria che ha come argomento un romanzo e un autore che lo ha scritto. Un romanzo – definito Il libro proibito nel corso della narrazione, ma il cui vero titolo è L’affaire Mozart – indirettamente di argomento musicale (che è l’argomento del metaromanzo L’affaire Mozart), ma incentrato soprattutto sull’azione, e la ricerca dell’introvabile e innominabile Libro proibito.
Un argomento cui ben si armonizzava la presenza di un’orchestra giovanile che, tra una pausa e l’altra della presentazione, eseguiva musiche cult del cinema e di Astor Piazzolla. Un argomento, infine, che avrebbe dovuto suscitare l’interesse del folto pubblico di notabili e altro presenti nella sala.
Ma a questo punto accadeva l’inspiegabile. Mano a mano che l’autore procedeva nell’esemplificazione, sollecitando il pubblico con richiami alla storia della cultura e della musica, con aneddoti e curiosità largamente fruibili da ogni tipo di ascoltatore, una sorta di muro si materializzava tra i due relatori e tutto l’insieme dei presenti. Non propriamente il gelo, ma una diffusa distrazione e un sostanziale disinteresse erano la cifra più autentica che accompagnava il divenire della – peraltro breve – conferenza-presentazione.
A nulla, o a ben poco valeva il richiamo dell’autore e del suo giovane coadiuvatore ai grandi nomi di Bach, Vivaldi, Mozart, Beethoven… se si fossero evocati i nomi di qualche partecipante alle kermesse televisive, di qualche presentatore, di qualche attore di fiction, l’interesse si sarebbe miracolosamente riacceso! Ma invece – ahimé – si disquisiva sul fatto che molta della musica composta da Wolfgang Amadeus Mozart e Franz Joseph Haydn, due dei tre giganti del Classicismo viennese di fine Settecento (il terzo è Beethoven), probabilmente non è la loro ma appartenente a compositori italiani, uno in particolare, Andrea Luchesi, cancellati da una politica culturale dell’Impero Asburgico inteso a creare, oltre un esteso Impero nel centro dell’Europa, anche un retroterra culturale degno di tanta grandezza. Un argomento di scarso interesse…
Perché di scarso interesse? Il sospetto – agghiacciante – che ci ha colti alla fine della per noi interessantissima presentazione è che, la leva sulla quale lo scrittore Bernardini ha inteso sollecitare l’attenzione del pubblico e quasi il suo scandalizzarsi, era quella della possibilità di smontare o ridimensionare alcuni dei massimi miti della cultura occidentale: Haydn, Mozart, Beethoven.
Ma per ottenere questo scopo era necessario che i suddetti miti, o comunque quei grandi nomi, lo fossero anche per chi ascoltava. La nostra dolorosa conclusione è che Mozart e Beethoven, per il pubblico di Siracusa del 2016, non che miti della musica, siano dei perfetti sconosciuti!…
A tanto sono arrivate la conoscenza e la cultura in Italia.