28 febbraio 2023 - Beni, denaro e società per un valore di 13 milioni di euro sono stati definitivamente confiscati, tra
Reggio Emilia, Modena, Parma, Perugia, Crotone e Cutro (KR), nonché conti bancari in Lituania e Romania,
a dieci persone, quattro delle quali si trovano tuttora ristretti in carcere perché giudicati appartenenti
a una famiglia di stampo ‘ndranghetista, di origine cutrese, legati al clan di Nicolino Grande Aracri.
Il procedimento per l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale era stato avviato con la richiesta
del Direttore della D.I.A. a seguito di un’analisi delle infiltrazioni della criminalità organizzata di
origine calabrese nei settori imprenditoriali dell’Emilia Romagna.
Nel 2014 era stato disposto un sequestro, in via di urgenza, dal Tribunale di Reggio Emilia, sempre su richiesta
del Direttore della D.I.A., sottoponendo i beni alla gestione di un Amministratore Giudiziario. Il sequestro era
stato richiesto dagli investigatori del Centro Operativo D.I.A. di Firenze che avevano rilevato, da parte di un
familiare di uno degli “attenzionati”, tentativi di distrarre ingenti somme di denaro chiedendo la monetizzazione
di titoli del valore di centinaia di migliaia di euro.Nel 2018, le indagini condotte dal Nucleo Investigativo dei
Carabinieri di Modena nell’ambito dell’operazione Æmilia e i successivi procedimenti collegati, avevano consentito
alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna di richiedere ed ottenere un’estensione della misura di
sequestro. Nel 2020 è arrivata la confisca dei patrimoni eseguita dalla D.I.A. e dai Carabinieri, ed ora, a seguito del
giudizio definitivo della Corte di Cassazione, supportato anche dagli esiti dell’operazione “Æmilia” della DDA
della Procura della Repubblica di Bologna, la confisca è divenuta irrevocabile.
Oggi passano all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla
criminalità organizzata (ANBCS) ventitré immobili, di cui quattro a Reggio Emilia, sei a Bibbiano (RE), tre
Vezzano sul Crostolo (RE), nove a Montecchio Emilia (RE) e uno a Cutro (KR), quattro terreni per un totale di
quasi cinque ettari, uno a Perugia, uno a Reggio Emilia e due a Crotone, nonché tredici mezzi tra auto, scooter e
autocarri. Sono state confiscate anche otto società con sedi in Italia e all’estero, tre a Parma, una a Reggio Emilia, una a
Modena e tre in Romania, operanti, a vario titolo, nel settore delle costruzioni, una ditta individuale con sede
a Montecchio Emilia (RE) nonché quarantacinque rapporti finanziari intesi come conti correnti, libretti, polizze,
cassette di sicurezza, carte di debito/credito tra Italia, Lituania e Romania, dei quali dieci intestati a
società e trentanove conti intestati a persone fisiche facenti capo, per la maggior parte, ai dieci destinatari
della misura. Gli altri beni già sequestrati sono stati venduti ed il ricavato patrimonializzato a favore dello Stato.
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