Siracusa, 22 febbraio ’21 – Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil Siracusa sono fortemente preoccupati per le notizie apprese dalla stampa- trapelate sembrerebbe attraverso la deputazione stessa- riguardo alla bozza di legge di stabilità già varata dalla Giunta Regionale e trasmessa all’Ars. Una manovra di risanamento attraverso la riduzione della spesa sugli affitti, più rigore sulle partecipate e un monitoraggio permanente dei conti pubblici locali anche attraverso una gestione centralizzata degli acquisti.
“Fin qui nulla da ridire, ne condividiamo la ratio, – dichiarano i tre segretari generali Valeria Tranchina, Vito Polizzi ed Emanuele Sorrentino – ma c’è anche altro che però induce a preoccupazione perché potrebbe alimentare tensioni sociali non palesando, fra l’altro, alcuna visione politica di ripartenza per la nostra Regione.
La parte impopolare di questa manovra è nel far pagare un prezzo alto ai pensionati della Regione e degli Enti controllati, ai giovani, alla stessa Amministrazione Regionale e ad una visione generale di rilancio della nostra Sicilia”
A preoccupare è il provvedimento che, attraverso una misura denominata “contributo di solidarietà” operata a monte ai pensionati della Regione e degli Enti controllati, si effettuerà un taglio a chi è stato assunto prima del 1986 che vive già con reddito da pensione (con calcolo retributivo) o a chi ci andrà tra breve, applicando una aliquota dallo 0,26% fino all’1,5%, calcolata in percentuale dalla qualifica di assistente in su, quindi a partire dai 1546 euro mensili.
“Si tratta, di fatto, – continuano Tranchina, Polizzi e Sorrentino – di un taglio che nella media andrà dalle 20 alle 50 euro, arrivando sino alle 80 euro per le pensioni superiori, un taglio che inficerà sicuramente il tenore di vita della fascia più bassa di applicazione.
Per noi, sindacato unitario dei pensionati, questa misura politica- che nella sua logica ha il fine meritorio di recuperare risorse per interventi di sostegno – crea e aggiunge, però, concretamente altro disagio, partendo da un range di reddito di medio-basso e considerando il fatto che, nel drammatico contesto regionale in cui versiamo, i pensionati restano l’unico ammortizzatore sociale per le famiglie siciliane rimaste oggi ancor più senza lavoro e fra i pochi che ancora possono intervenire nel far circolare l’economia locale di base.”
Se poi si considera che tale operazione, così come enunciata, non risponde alla quantificazione del periodo di sua applicazione e che tali risorse escono dal sistema previdenziale del Fondo di Pensione della Sicilia per essere adoperate invece per il sistema assistenziale non distinguendone gli ambiti, si possono riscontrare vizi manifesti di incostituzionalità e di un legiferare /operare con una ratio a cui già nazionalmente si sta cercando di porre fine.
“Ma anche altre 2 misure risulterebbero altrettanto impopolari, l’una legata all’altra. – dicono ancora i segretari di Spi, Fnp e Uilp – Si evincerebbe, nella bozza, una riduzione dell’organico con l’accompagnamento alla pensione di circa 500 dipendenti nelle condizioni di
poter accedere ad essa, bloccandone però il turn over e vietando anche di procedere alla assunzione di “giovani e non” che potrebbero trovare occupazione con i concorsi annunciati da tempo destinati a saltare. Duplice Intervento, questo, in controtendenza con quanto si dichiara, soprattutto in vista di quelle risorse del Recovery Fund in arrivo per le quali risulta necessario rendere più adeguata ed efficiente la macchina amministrativa Pubblica, Regionale e Comunale, di cui la ns Regione ha bisogno.
Registriamo molto silenzio su queste misure così poco adeguate al contesto socio-economico e così poco lungimiranti della Politica che non aiuterebbero al rilancio occupazionale ed economico.
Siamo consapevoli della necessità del Governo Regionale di dover trovare soluzione ai due fatti oggettivi -le minori entrate tributarie dovute alla crisi conseguente al Covid e al necessario contenimento della spesa corrente, – concludono Valeria Tranchina, Vito Polizzi ed Emanuele Sorrentino – ma siamo convinti che il Governo Musumeci possa trovare altre modalità di intervento. È per tale ragione che invitiamo e sollecitiamo l’intera deputazione regionale della nostra provincia a vigilare affinché non si metta a rischio il consolidato proprio per i pensionandi e i pensionati che hanno agìto a nome e per conto della Regione, che ci si adoperi nel mettere in atto misure concrete per l’occupazione delle donne e dei giovani senza alimentare false aspettative facili da mettere subito in discussione nell’impasse, senza determinare ulteriore emigrazione delle energie migliori della nostra Sicilia.”