Le attività giudiziarie in tribunale e in Procura rischiano la paralisi amministrativa nei prossimi giorni a seguito di un provvedimento di rientro del personale del Libero consorzio comunale, che è stato distaccato al palazzo di Giustizia di viale Santa Panagia. Scade, infatti, sabato il termine ultimo per il distacco di una parte dei 15 dipendenti dell’ex Provincia che dovrà fare rientro alla sede di via Roma e così tutti gli altri successivamente. “L’impiego di questo personale – afferma il presidente della sottosezione dell’Anm, Andrea Migneco – è per noi importante perché colma le carenze dell’organico amministrativo e assicura il celere funzionamento della giustizia. Se, come sembra, non verrà rinnovata la convenzione, e dovessimo perdere queste professionalità acquisite, si determinerà un vulnus che si ripercuote sulla funzionalità dell’ufficio, che sarà fortemente pregiudicata”. Dei 15 dipendenti del Libero consorzio 6 sono impiegati in tribunale, 4 all’ufficio del gip, e 5 in Procura. “Il nostro auspicio – prosegue Migneco – è che, nell’ottica della collaborazione tra amministrazioni pubbliche, la convenzione sia confermata”.
Pronta la risposta del commissario straordinario del Libero consorzio, Giovanni Arnone, che ha già affrontato l’argomento con il presidente del tribunale Maiorana e con il procuratore capo Giordano: “Ho chiesto lumi all’assessorato regionale agli Enti locali sulla percorribilità dei comandi che prevedono che l’ente di provenienza continui a pagare lo stipendio. La risposta è stata che, se non c’è un interesse diretto, il personale non può essere assegnato ad altri enti. Ciò significa che solo qualcuno può essere comandato per attività specifiche ma non per un tempo lungo”. Il commissario Arnone si dice disponibile “a valutare le singole posizioni” ma, allo stesso tempo, lancia una frecciata: “I ministeri dell’Interno e della Giustizia si sono troppo adagiati sul prestito di personale. Ma devono rendersi conto che per sopperire alle carenze di personale, bisogna bandire i concorsi e non scaricare sugli enti locali la responsabilità del malcontento”.