Due mesi esatti da quella che doveva essere la data (15 novembre 2017) in cui si sarebbe saputo quali città, in tutto 10 su un lotto di 31, avrebbero dovuto recarsi a Roma in gennaio per “discutere” della bontà della propria candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2020. Ed invece sarà proprio il 15 gennaio, lunedì prossimo, ad essere la data tanto attesa da (in ordine alfabetico): Agrigento, Bellano, Benevento, Bitonto, Casale Monferrato, Ceglie Messapica, Cuneo, Fasano, Foligno, Gallipoli, Lanciano, Macerata, Merano, Messina, Montepulciano, Noto (con Caltagirone, Catania, Militello, Modica, Palazzolo Acreide, Scicli e Siracusa, anche in questo caso in stretto ordine alfabetico), Nuoro, Oristano, Parma, Piacenza, Pietrasanta, Pieve di Cadore, Prato, Ragusa, Ravello, Reggio Emilia, Scandiano, Telese Terme, Teramo, Treviso, e Vibo Valentia. Da queste candidate solo dieci, scelte dalla Commissione nominata ad hoc dal Mibact, saranno successivamente chiamate a presentarsi nella Capitale per motivare e spiegare la propria progettualità. Noto, come si ricorderà, ha fatto una scelta diversa presentando la propria candidatura non come singolo centro cittadino ma come territorio del Val di Noto, capofila di ben 8 importanti città del Sud Est siciliano. “L’iniziativa di selezionare ogni anno la “Capitale italiana della Cultura” è stata introdotta con la Legge Art Bonus, e mira a sostenere, incoraggiare e valorizzare la autonoma capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la conservazione delle identità, la creatività, l’innovazione, la crescita e infine lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo”. Spiega il Mibact che però al momento non ha ancora chiarito i motivi di questo ritardo nella selezione delle 10 città, ne ha ufficializzato che ciò avverrà proprio lunedì 15 gennaio, esattamente due mesi dopo.
E. V.