Cimitero di Noto chiuso questa mattina per consentire la riesumazione del corpo di Lele Scieri, il parà di leva siracusano che è morto alla caserma Gamera di Pisa nell’agosto 1999 e per le cui cause la Procura di Pisa ha riaperto il caso ipotizzando il reato di omicidio.
La riesumazione è stata disposta dal magistrato che si sta occupando dell’indagine che ha affidato incarico a un medico legale di eseguire una nuova autopsia prevista per la giornata di domani. L’esumazione del cadavere è stata affidata a una ditta di Noto e seguita dai poliziotti della squadra mobile di Firenze insieme con agenti del commissariato netino, coordinati dal dirigente, Paolo Arena. Le operazioni sono state eseguite di mattina e la salma trasferita in un altro luogo per effettuare l’esame autoptico che dovrebbe sciogliere gli ultimi dubbi legati alla morte del giovane avvocato siracusano di cui quest’anno ricorre il ventesimo anniversario della scomparsa.
Il corpo di Lele Scieri è sepolto vicino a quello del padre Corrado, venuto a mancare nel 2011 dopo essersi battuto strenuamente per ottenere giustizia per la morte del figlio troppo in fretta archiviata come suicidio. Una lotta ereditata dalla madre Isabella e dal fratello Francesco, che hanno avuto lo scorso anno la bella notizia che le indagini siano state riaperte con tanto dio persona indagata. Un passo importante, avvenuto a seguito delle audizioni eseguite dalla commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri, presieduta all’epoca dalla deputata siracusana Sofia Amoddio e della quale facevano parte i deputati Prestigiacomo e Zappulla.