“Non è stato un atto di bullismo”. Questa l’affermazione del Dirigente Scolastico dell’Istituto “Matteo Raeli”, Concetto Veneziano, riferendosi agli atti di aggressione subiti da una studentessa e dalla madre, ad opera di altre due ragazze, avvenuto il 18 settembre.
Veneziano affida la sua riflessione ad una lettera: “Le recenti vicende che hanno portato all’attenzione nazionale il nostro Istituto rischiano di gettare un’ombra sull’operato della scuola e dei nostri docenti. Alla luce di ciò e ritenendoci parte lesa di un processo mediatico in cui siamo rimasti coinvolti, ravvisiamo la necessità di replicare e chiarire la posizione dell’Istituto in relazione alla vicenda stessa. Sentiti i protagonisti e le Forze dell’Ordine che si sono occupate della risoluzione del caso, abbiamo finalmente contezza della dinamica dei fatti e intendiamo mettere fine a una storia dai toni tristi che ha come protagoniste anche alcune studentesse dell’Istituto stesso. Come premessa, ci sentiamo di specificare che non si è trattato di un atto di bullismo, così come erroneamente titolato da diverse testate giornalistiche online e da tg nazionali, ma di una lite tra coetanee per futili motivi. Il nostro Istituto ha provveduto ad ascoltare i soggetti coinvolti riservandosi, se è il caso, la possibilità di deliberare nelle sedi opportune eventuali provvedimenti in merito al comportamento delle alunne interessate. Non siamo, però, disposti a tollerare che si usi impropriamente il termine “bullismo” che non si presta affatto a descrivere quanto accaduto fuori dai locali del nostro Istituto in data 18 settembre, per giunta a pochissimi giorni dall’inizio delle attività didattiche dell’anno scolastico 2017/2018. Una lite fra adolescenti, in orario extra– scolastico e fuori dai cancelli della scuola, non può e non deve essere etichettata con così grande facilità con il termine bullismo e non può e non deve essere strumentalizzata per screditare l’operato corretto di un’intera comunità scolastica, sempre attenta e particolarmente sensibile ai segnali di disagio degli adolescenti. Ci spiace, altresì, constatare che il nostro Istituto, all’oscuro dei fatti, sia stato impropriamente ripreso, senza previa autorizzazione, dalle telecamere del servizio pubblico e sia finito sul tg nazionale. Ciò danneggia la nostra immagine e quella della cittadinanza tutta che non ha avuto diritto di replica in un caso che si è rivelato di palese disinformazione. A conclusione di questa vicenda ricordiamo a genitori, studenti e all’intera cittadinanza che all’interno del “Matteo Raeli” esiste, da anni, un programma di educazione relazionale affettiva con un Centro di Informazioni e Consulenza (CIC) che svolge attività di ascolto e si avvale, oltre alla presenza di esperti interni da un punto di vista giuridico, anche della consulenza di professionisti esterni. Si comunica, altresì, che in applicazione alle Linee Guida Nazionali (art. 1 c.16 L.107/2015) e alle linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbulessimo nelle scuole (art. 4 L.71/2017), da quest’anno nel nostro Istituto si è aggiunta una figura specifica quale la referente per il bullismo. La scuola, consapevole della sua funzione formativa ed educativa, prende spunto da questa vicenda per riflettere sulle criticità presenti nelle dinamiche relazionali e mettere in atto nuove strategie, al fine di stabilire un clima sereno e proficuo, improntato al rispetto dei valori e al riconoscimento degli altri e delle diversità”.