Oggi dell’autopsia sul corpo di Vincenzo, il bimbo di dieci anni, precipitato giovedì in fondo al pozzo della fattoria didattica di contrada Falabia, durante un campus estivo. Il procuratore capo, Sabrina Gambino, ha affidato l’incarico di consulenza al medico legale sul cui esito gli inquirenti potranno fare base per comprendere se le cause della morte di Vincenzo dipendano da un fatto traumatico o da annegamento, assodato che in fondo al pozzo ci fosse la presenza di acqua.
L’attività d’indagine da parte dei carabinieri prosegue in maniera scrupolosa e attenta perché la ricostruzione della dinamica dell’incidente è stata raccolta da testimoni oculari che, però, si sovrappongono agli indagati. Un’ulteriore difficoltà è rappresentata dalle procedure da seguire per acquisire la testimonianza dei minori, presenti sul luogo e nel momento in cui si è consumata la tragedia.
Rimangono nove, al momento, le persone iscritte al registro degli indagati della Procura di Siracusa. Oltre al proprietario del terreno, che è anche il presidente dell’associazione che gestiva il Grest, sono indagati gli otto accompagnatori del gruppo di ragazzini che ha partecipato al campus estivo. Tra loro anche la volontaria di 54 anni che, dopo aver visto il piccolo precipitare, ha tentato invano di salvarlo, calandosi aggrappata ai mattoni delle pareti del pozzo artesiano.