Ha chiesto un ulteriore, breve periodo di tempo il perito per completare la trascrizione delle intercettazioni telefoniche e ambientali nell’ambito del processo a carico dei 3 imputati, accusati di essere gli esecutori dell’omicidio del 24enne Alessio Boscarino, ucciso con 3 colpi di pistola in via Tasso a Priolo la notte del 3 dicembre del 2016.
La corte d’assise (presidente Tiziana Carrubba, a latere Nicoletta Rusconi) che nell’udienza del 22 marzo aveva conferito l’incarico al perito, ha concesso altre due settimane di tempo per il deposito della consulenza che dovrebbe avvenire all’udienza del 22 maggio. La difesa ha chiesto al tribunale penale di disporre una perizia di video trascrizione rispetto alla conversazione avvenuta tra tra la madre della vittima e altri testimoni dell’agguato durante la loro attesa in questura, oltre a una consulenza cinematica per ricostruire la dinamica di quanto avvenuto la sera dell’omicidio.
L’udienza di ieri mattina, quindi, si è limitata a prendere atto della richiesta di rinvio del processo che vede imputati Christian e Roberto De Simone, rispettivamente di 33 e 26 anni, assistiti dagli avvocati Puccio Forestiere e Sebastiano Troia, e Davide Greco, 29, difeso dall’avv. Antonio Zizzi.
L’agguato, come si ricorderà, è avvenuto ai giardinetti di via Tasso, dove la vittima stava trascorrendo la nottata in compagnia di amici. Secondo quanto ricostruito dai poliziotti della squadra mobile, che con quelli delle Volanti e del commissariato priolese sono intervenuti sul luogo del delitto, Boscarino non ha avuto scampo. I sicari sono arrivati a piedi e, con il favore della semioscurità, si sono diretti verso la vittima, rincorrendola fino a quando non è stata finita. Inutile il tentativo disperato dei soccorritori di strappare alla morte il 24enne.
Il pm Tommaso Pagano ritiene di avere raccolto sufficienti elementi di prova a carico dei tre impitati, che si protestano del tutto estranei alla vicenda. Il rappresentante della pubblica accusa fa leva sulle dichiarazioni della madre della vittima, che ha riconosciuto uno degli imputati nell’immediatezza del fatto, il suo racconto sui dissidi che vi sarebbero stati con la vittima e gli elementi raccolti dagli investigatori a carico dei tre, rispetto alle immagini estrapolate dalle telecamere della videosorveglianza, installate in piazza dell’Angelo custode.
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