Siracusa. Condanna a 16 anni e 8 mesi di reclusione per il 19enne floridiano Dylan Foti, coinvolto nell’omicidio del panificatore Sebastiano Sortino, ucciso la notte del 10 settembre 2016 a Floridia. Ci sono volute diverse ore di camera di consiglio per emettere la sentenza di condanna da parte del Gup del tribunale di Siracusa, Carmen Scapellato. Si è concluso così il processo di primo grado, celebrato con il rito abbreviato, con il giudice che è andato oltre la richiesta di condanna avanzata dal sostituto procuratore, Andrea Palmieri, che, al culmine della requisitoria, aveva sollecitato la condanna di Foti a 12 anni, sostenendo il concorso anomalo dell’imputato all’omicidio di Sortino; conclusioni a cui ha aderito l’avvocato Francesco Villardita patrocinatore della parte civile costituita. Il giudice ha concordato con il rappresentante della pubblica accusa per quanto attiene il concorso anomalo equivalente alle attenuanti generiche, avendo partecipato all’attività preparatoria dell’agguato. Nella buona sostanza, era consapevole di cosa stessero facendo gli altri due minori e nulla ha fatto per evitare che i tre tornassero armati sul luogo dell’agguato con l’intento di sparare o all’indirizzo dell’auto o contro la vittima anche se solo con lo scopo di farlo spaventare.
E’ andata delusa, invece, l’aspettativa dei legali della difesa. Gli avvocati Aldo Ganci e Giorgio D’Angelo hanno insistito che non vi fosse alcuna volontà del loro cliente di uccidere la vittima, puntando tutto sulla desistenza che Foti avrebbe manifestato al momento dell’agguato. La difesa farà ricorso in appello, ritenendo esservi i termini per poter contare su una riforma in meglio della pena.
Per l’omicidio Sortino, il tribunale dei minori d’appello ha ridotto la pena al 18enne Daniel Brancato da 17 a 15 anni di reclusione, perché ritenuto l’esecutore materiale del delitto. Pena ridotta anche per l’altro imputato, Salvatore Foti, anch’egli minore all’epoca dei fatti, da 18 anni a 15 anni e 8 mesi di reclusione, per concorso in omicidio e per la detenzione illegale di una pistola, l’arma poi utilizzata da Brancato per uccidere il panificatore floridiano.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, i tre non potevano tollerare di essere stati allontanati dal titolare del panificio di via Boschetto. E così hanno pensato di dargli una lezione che è costata la vita a un uomo stimato e ben voluto da tutti. I tre ragazzi, che sono stati individuati nel giro di poche ore, hanno utilizzato una Beretta calibro 7,65 con matricola abrasa, gettato tra la fitta vegetazione.
C.A.