Anche i pm Tommaso Pagano e Salvatore Grillo hanno espresso parere negativo e il giudice ha confermato la misura perché permangono i gravi indizi di colpevolezza e quindi le esigenze cautelari. In particolare per il fatto che l’indagato possa ancora condizionare il contenuto delle dichiarazioni dei dipendenti della società sulle ipotesi di sfruttamento, dipendenti che dovranno comparire nei prossimi giorni davanti al pubblico ministero. La misura cautelare in carcere, però, ha un termine di 30 giorni, legate proprio allo sviluppo delle indagini.
Nel motivare la propria decisione, il gip Scapellato fa leva sule risultanze dell’interrogatorio di garanzia che a suo giudizio “non hanno smentito l’ipotesi accusatoria ovvero che l’indagato, quale amministratore della Ecomac Smaltimenti srl, ha concorso a sfruttare i lavoratori dipendenti a truffare la Regione siciliana per ottenere indebitamente un finanziamento pubblico e a concludere un accordo corruttivo con il pubblico ufficiale che aveva autorizzato l’apertura di un nuovo impianto produttivo della società”. La rilevazione del giudice per le indagini preliminari attiene al fatto che Montagno, in sede d’interrogatorio di garanzia ha negato la qualifica di amministratore di fatto, confermate invece da un altro indagato, mentre le risultanze delle intercettazioni confermano il suo coinvolgimento nella gestione dei dipendenti della società e sul mancato raggiungimento dell’accorto con l’ingegnere Domenico Morello, anch’egli coinvolto nell’inchiesta.
Come si ricorderà, nell’interrogatorio di garanzia, Montagno disse di avere sottoscritto una serie di verbali di conciliazione con i lavoratori e che l’accordo con la Regione siciliana si basasse sul versamento della fidejussione.
Il giudice per le indagini preliminari ha rigettato per le stesse motivazioni, anche il l’istanza presentata dall’ingegnere Domenico Morello