La pistola con cui la sera del 18 settembre è stato ferito un ciclista a Pachino, non era stata gettata dal responsabile del ferimento in mare ma si trovava in casa della madre. La scoperta è stata fatta dai poliziotti del commissariato di Pachino, che hanno arrestato anche la donna per il possesso illegale di arma da fuoco. La vicenda è da collegare con le indagini eseguite dagli investigatori con il coordinamento del pm Gaetano Bono, successive al ferimento del 19enne che ha avuto la sfortuna di trovarsi in sella alla bici in via Torino mentre transitava un’automobile da cui è partito il colpo di pistola che lo ha attinto al gluteo.
I due indagati, R. C. di 22 anni, e S. I. di 25, hanno sostanzialmente ammesso i fatti in sede di fermo. Hanno raccontato al giudice che il 25enne fosse uscito di casa armato e di essersi recato in un bar di via Torino. Intorno alle 18, durante il tragitto si era accorto di essere seguito da alcune persone non meglio individuate, con le quali ha in corso, da anni, questioni di carattere personale. Per seminarli, aveva contattato telefonicamente il 22enne chiedendogli di venirlo a prelevare con la sua Fiat 500 di colore rosso.
Durante il tragitto, che avrebbe dovuto portare al sicuro I.S., si imbattevano nel 19enne, che con la bici avrebbe impedito ai due di procedere a velocità, essendo la strada stretta. Così avrebbe impugnato la pistola cal. 7,65 e ha sparato un colpo di pistola a suo dire partito accidentalmente.
In sede di convalida dell’arresto, il 25enne, che subito dopo il fatto si era rifugiato a Ragusa a casa di parenti, aveva riferito al giudice di essersi sbarazzato dell’arma gettandola in mare. Le ricerche degli investigatori si sono concentrate, quindi, in contrada Bove Marino, nel territorio di Noto, senza alcun risultato.
Ulteriori indagini, però, hanno consentito di effettuare una perquisizione domiciliare a casa della madre del responsabile del ferimento, dove è stata rinvenuta e sequestrata una pistola modificata, calibro 7,65, completa di caricatore.