Anche quest’anno a Pachino e soprattutto a Marzamemi possiamo parlare a ragion veduta di crisi idrica, ma mai è stata grave come quest’anno.
Reiterate e prolungate interruzioni senza preavviso dell’erogazione dell’acqua potabile all’interno del territorio comunale stanno mettendo a dura prova la pazienza di tanti cittadini, che sono così obbligati a comprare l’acqua dalle autobotti private. Alcune strade di Marzamemi e di Pachino non ricevono acqua addirittura da più di 40 giorni.
Pur essendo consapevoli dell’inadeguatezza della nostra rete idrica, è decisamente grave ed insostenibile che il servizio pubblico di erogazione idrica venga improvvisamente interrotto senza fornire adeguate giustificazioni e soprattutto senza un adeguato preavviso. Ancor più grave è se tale disservizio si ripete nel tempo, nei mesi caldi della stagione estiva e senza attivare un servizio sostitutivo di emergenza a supporto dei cittadini e delle attività economiche locali.
“Non comprendiamo – dichiara il presidente di Federalberghi, Confcommercio di Pachino, Edoardo Caldera – questa mancanza di comunicazione diretta fra cittadini, associazioni di rappresentanza e pubblica amministrazione e l’assenza di un piano operativo di gestione dell’emergenza, inoltre ci chiediamo come mai gli incontri convocati in passato, per affrontare la già conosciuta e atavica problematica, non hanno avuto seguito né una ricerca della soluzione. Non siamo più in grado – conclude Caldera – di sostenere questo peso e chiediamo al Prefetto di Siracusa di intervenire affinché possa essere garante di una soluzione rapida e per scongiurare definitivamente il perdurare di tale disservizio che di fatto mette a rischio la popolazione di Pachino”.
Il disservizio idrico ha, infatti, un grave impatto sulla popolazione per le difficoltà che ne scaturiscono: l’igiene personale e della casa, l’impossibilità di usare acqua calda e più in generale l’impossibilità di soddisfare le esigenze di vita primarie e basilari di quelle categorie più sensibili e bisognose come bambini, anziani e disabili, per non parlare del grave ed irreversibile danno alle attività economiche e produttive.
L’acqua è un bene pubblico e vitale e secondo l’ONU un “diritto umano universale e fondamentale” per tutti i cittadini. Tanto che l’interruzione improvvisa quanto ingiustificata del servizio di erogazione idrica configura gli estremi del reato di cui all’art. 340 del Codice Penale.