Pachino, il video dell’omicidio Vizzini


A Pachino sarebbe cominciata la rappresaglia per l’omicidio di Corrado Vizzini ‘U Marcuotto. Di questo sono convinti gli investigatori del commissariato che sono dovuti intervenire nelle prime ore del giorno per un attentato incendiario e uno dinamitardo. Il primo episodio è avvenuto venti minuti dopo le 4 quando ignoti hanno appiccato l’incendio al portone di casa di massimo Quartarone, il giovane pachinese, detenuto nel carcere di Vercelli perché accusato di avere ucciso Vizzini. Il secondo episodio è avvenuto pochi minuti dopo e in questo caso ad agire sempre una mano ignota che ha fatto esplodere un ordigno rudimentale a poca distanza dalla porta d’ingresso della casa del suocero di Quartarone.
Intanto questa mattina la Questura di Siracusa ha diffuso il video in cui si nota la sequenza dell’agguato ai danni di Vizzini, avvenuto la sera del 16 marzo. Si vede inizialmente il ciclomotore su cui viaggiava la vittima transitare per le vie di Pachino, proveniente da piazza Vittorio Emanuele. Dalle immagini della videosorveglianza si vede poi che a debita distanza lo seguiva una Smart con a bordo Romano (uno degli indagati). La sequenza ci porta in via De Sanctis dove in un vicolo si era nascosto Di Maria, che avrebbe poco prima provveduto a staccare il sistema di videosorveglianza della propria abitazione. Giunto all’incrocio, si sente un fischio e Vizzini che si ferma per andare incontro alle persone che conosceva ma ignaro che stesse per cadere in un agguato.
A quel punto si sente la sequenza degli 8 spari….
Vizzini, colpito da 4 proiettili, prova a scappare ma non ci riesce e cade per terra. Nel frattempo sopraggiunge un Suv di un passante che, anziché prestare soccorso, preferisce non fermarsi. Nell’altra sequenza di immagini si nota un giovane incappucciato scappare per le strade voltandosi dietro.
Ed è grazie a queste immagini che gli investigatori sono riusciti a ricostruire l’agguato e indicare le responsabilità in capo ai quattro giovani per i quali è scattato il fermo poi tramutato dal gip in misura cautelare in carcere

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