Potrebbe capitare quanto già successo nel momento in cui la Russia decise di attaccare l’Ucraina e, lanciando missili sul Donbass ,spegneva anche alcuni social di stampo occidentale, Instagram su tutti. Giovani influencer russi, con milioni di follower e ormai soggiogati dai brand di lusso certamente non autoctoni si sono scoperti improvvisamente disoccupati e poveri.
Un interruttore brutale ha cambiato il loro destino. Salvo poi scoprire che TikTok poteva essere una validissima alternativa. Dovranno forse “riciclarsi” anche i tiktoker occidentali che rischiano di perdere piattaforma e occupazione? L’ipotesi non è astratta, dopo che mercoledì scorso sulla scrivania del presidente Usa Joe Biden è arrivato il disegno di legge per richiedere a TikTok di separarsi dalla casa madre cinese o affrontare un divieto a livello nazionale. E Biden, mantenendo la promessa, ha firmato il disegno di legge.
ByteDance ha ora nove mesi per vendere TikTok. La scadenza non sarà perentoria, qualora il ‘parto’ dovesse complicarsi. Biden potrà infatti prorogarla di 90 giorni, ma soltanto per una volta. TikTok potrà aggirare il divieto con una vendita oppure scegliere la via del tribunale. Quel che appare più probabile è che gli americani potrebbero voler iniziare a immaginare un mondo connesso senza TikTok. Del resto le pressioni per vietare TikTok o sottrarre la piattaforma dal suo proprietario esiste da anni. Il primo ad annunciare un divieto fu Trump, nell’estate 2020. Ma poi ha impiegato 4 anni e una ricandidature per affermare che il ban di TikTok sarebbe un grave errore e non ha Trump ha annunciato l’intenzione di vietare l’app nell’estate del 2020, anche se Trump ora afferma di ritenere che vietare TikTok sia una pessima idea e che i giovani americani dovrebbero ribellarsi a Biden.
Il CEO di TikTok, Shou Chew, ha detto che l’app non “andrà da nessuna parte” e che la società ritiene che i tribunali alla fine stabiliranno che il divieto è incostituzionale, violando il Primo Emendamento. Il governo degli Stati Uniti dovrebbe fornire robuste argomentazioni per dimostrare che un divieto è necessario per proteggere la sicurezza e la privacy della nazione. C’è infatti una sentenza di un giudice federale che ha rimosso il divieto dallo stato del Montana proprio perché ha riscontrato la violazione del Primo Emendamento. C’è un ricorso e bisognerà attendere il giudizio di secondo grado.
Allora che fare, vendere? Il governo cinese ha già detto che si sarebbe opporrà a una vendita forzata di TikTok.
Il fronte politico che preme per un divieto fanno appello a preoccupazioni per la sicurezza nazionale dovute alla proprietà cinese dell’app. In particolare, hanno menzionato la possibilità che il governo cinese acceda ai dati degli utenti americani e utilizzi l’app per diffondere propaganda o influenzare le elezioni straniere. Argomento che viene smontato dalla possibilità per il governo cinese di accedere a molti degli stessi dati semplicemente acquistandoli da un broker di dati.