A breve la sfida ambientale impone inevitabilmente un adeguamento delle strutture produttive ai nuovi vincoli normativi decisi a livello comunitario e ai nuovi scenari dei mercati internazionali, in cui tutti gli operatori extraeuropei continuano ad avere un indubbio vantaggio competitivo che influisce anche in maniera indiretta sull’inquinamento selvaggio in Europa per i costi proibitivi da sostenere.
Direttamente dalla scrittura dei cittadini sui Social abbiamo estrapolato i commenti genuini, senza le classiche domande, ma nel solco della disperazione che traspare a vista al solo leggerle. Ecco il grado di disperazione delle famiglie che abitano nei comuni industriali, ma le maggiori criticità si registrano a Priolo. Forse la vicinanza con il depuratore consortile gestito dall’Ias, il pozzo nero finale di tutti i reflui velenosi ancora sotto inchiesta a ventaglio da parte della Procura di Siracusa per il forte sospetto dell’inquinamento selvaggio, ma anche per la posizione centrale in cui si trova ubicato “il Paese”, come comunemente chiamato dai priolesi, rispetto alle industrie che lo circondano, colpito ad ogni variazione della spirale dei venti che ruotano al variare dei correnti. Qualcuno sostiene che anche la temperatura nel comune industriale è più alta di qualche grado.
Ecco il dialogo tra i residenti trovato sul Web.
“Aria irrespirabile! È possibile che non si riesca ad ottenere un controllo efficace delle emissioni? Dobbiamo continuare a sopportare questo veleno o possiamo sperare che chi ci rappresenta si attivi per la tutela della nostra salute? A nessuno importa che i nostri figli respirino questo schifo? A me sì! Vorrei delle risposte. Grazie!”
“Questa puzza e tutti i giorni soprattutto nelle ore notturne, così dormiamo e non c’è ne accorgiamo secondo loro! (le industrie n.d.r)”.
“Non c’è’ nessuna attinenza su giorno e notte … semmai le temperature, l’assenza o il tipo di vento e l’umidità aumentano la percezione… ma toglietevi dalla testa che di notte o quando piove ci si diverte a buttare veleno… . Detto ciò non voglio difendere nessuno… anzi, inasprire i controlli ed eventualmente sanzionare chi continua ad inquinare!”
“Infatti, qui ci avvelenano senza se e senza ma. Di giorno, di notte, d’estate e in inverno senza distinzione!
(…) Un discorso diciamo “tecnico”…. che poi non viviamo in Valtellina lo so pure io… e mi girano come girano a tutti!”
“Non c’è nessuna polemica, credimi! Focalizziamo l’attenzione sul problema e sulle risposte che tutti abbiamo il dovere di pretendere. Girano anche a me”.
“Viviamo in un paese (Priolo n.d.r.) troppo inquinato le industrie scaricano nell’aria non c’è ne frega niente della vita degli abitanti il primo cittadino ha le narici tappate (a vero lui abita fuori Priolo) le conseguenze li paghiamo noi, io ne ho pagate abbastanza con marito morto di tumore e figlia in chemio per tumore cosa dovrei dire!”
“Mi dispiace tanto per la sua situazione, è proprio per questo che dobbiamo pretendere più controlli, sanzioni per chi inquina e tutela della nostra salute!”
“Ma quale polemica …. la salute va tutelata senza se e senza ma… .”
“In un post simile a questo ho chiesto spiegazioni al primo cittadino … nessuna risposta, sarà in ferie… .”
“In questo periodo la puzza si sente tutti i giorni… e questo ci scoraggia tanto… .”
“Io non mi voglio scoraggiare, voglio reagire! Voglio tutela! In poche parole vorrei non dover morire di cancro!”
“Chi amministra deve salvaguardare il Paese”.
Nelle tematiche ambientali, di sicuro impatto sui programmi delle raffinerie, c’è quella legata alla scadenza del 1° gennaio 2020, data in cui a livello mondiale tutti i combustibili impiegati nelle navi, il cosiddetto bunker oggi costituito essenzialmente da olio combustibile con tenore di zolfo al 3,5%, dovranno essere obbligatoriamente allo 0,5%, in pratica un distillato vicino al gasolio. L’impatto del nuovo limite si ripercuoterà sull’intero sistema di raffinazione mondiale che per renderlo disponibile nei volumi richiesti nelle diverse aree del mondo, insiste la necessità quindi di nuovi adeguamenti impiantistici sotto il profilo della formulazione del prodotto.
Un insieme di azioni che può dare un contributo essenziale alla transizione in atto e che, oggi come ieri, possono contare su un patrimonio di competenze tecnologiche e professionali accumulate nel corso degli anni. Competenze in grado di proporre soluzioni innovative e all’avanguardia che sarebbe il caso di non disperdere e che, anzi, andrebbero viste come una risorsa per traguardare gli obiettivi ambientali e non certo come un ostacolo, ma ci vogliono nuovi ingenti investimenti che le industrie non vogliono fare.
Il problema rimane conciliare la produzione d’idrocarburi e il forte inquinamento che insiste nel territorio industriale siracusano. L’industria in generale, molto di più il comparto della raffinazione e chimico, contribuisce in modo molto sensibile alla cattiva qualità dell’ambiante in generale. Molti inquinanti che sembravano essere finiti nell’oblio e che invece contribuiscono in modo molto pesante a rendere insalubre l’aria respirata nei luoghi di lavoro e nei centri urbani limitrofi alle aree industriali. L’industria continua ad inquinare l’aria che respiriamo, oltre a produrre enorme quantità di reflui liquidi da depurare e rifiuti solidi, fanghi, da trattare e smaltire in modo adeguato. La raffinazione petrolifera immette nell’aria, sempre nei limiti tollerati, sino a riprova del contrario, nei cieli dei comuni industriali, veleni dannosi alla vita in generale; ma non la pensano così i consulenti della Procura di Siracusa che scrivono di un costante e forte inquinamento nel territorio industriale siracusano.
Il territorio industriale siracusano inutile nasconderlo è soffocato da anni da veleni nella falda acquifera, nell’aria, nel mare e nella terra. La raffinazione di petrolio ha gravi conseguenze sull’ambiente e sulle persone. Una raffineria di petrolio è un impianto industriale con un forte impatto ambientale, e le emissioni, pur ridotte, non sono (e non possono essere) mai del tutto annullate, e le grandi dimensioni di questi impianti fanno sì che queste emissioni, piccole se considerate relativamente, siano comunque importanti in termini assoluti d’inquinamento.
Le raffinerie sono un tassello essenziale,purtroppo, nella filosofia della nostra vita economica e sociale attuale. È quindi giusto operare e combattere per un sempre minore impatto ambientale delle raffinerie, si deve pur sempre tenere conto che nessun processo, fisico o chimico, può mai lasciare inalterato l’ambiente che lo circonda, connubi e traccheggi permettendo.
Concetto Alota