Alle prime luci di questa mattina, militari del Comando Provinciale Carabinieri di Siracusa e personale della locale Questura hanno dato contemporanea esecuzione ad una mirata attività di polizia giudiziaria volta al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti nella zona alta del capoluogo.
Nello specifico, l’azione congiunta ha permesso di eseguire il provvedimento della Procura della Repubblica di Siracusa, con il quale è stato disposto il sequestro di due cancelli in ferro e vetro abusivamente apposti all’ingresso delle palazzina IACP di Via Italia 103 e di Via Immordini 12.
L’attenta e mirata attività di osservazione e contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti, eseguita in maniera costante e meticolosa dal personale della Questura di Siracusa e dai Carabinieri aretusei aveva consentito, nei decorsi mesi, di individuare due aree dell’abitato del capoluogo fortemente interessate allo spaccio di stupefacenti. Proprio in questi due settori, individuati in un conglomerato di abitazioni di proprietà dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Via Italia e Via Immordini, negli ultimi mesi, sono state eseguite tre importanti attività di polizia che hanno portato al sequestro di quasi 4 kilogrammi di sostanza stupefacente di varia tipologia ed al rinvenimento di apparecchiature radio perfettamente funzionanti e dotate di carica batteria, apparse sin da subito lo strumento di comunicazione fra spacciatori e vedette preposte a segnalare la presenza di personale di polizia in prossimità delle piazze di spaccio, secondo un collaudato metodo già visto in altre regioni, come la Campania.
Gli spacciatori che verosimilmente sono soliti operare all’interno delle palazzine di Via Italia e di Via Immordini, al fine eludere i controlli delle forze dell’ordine ed evitare di essere tratti in arresto, avevano realizzato, abusivamente, delle pesanti cancellate in ferro con vetri a specchio, in grado di garantire una rapida fuga nei vari appartamenti e l’occultamento dello stupefacente, assicurando quindi l’impunità. Queste opere sono state realizzate peraltro alterando ed occupando il terreno demaniale ricompreso fra il cancello e l’ingresso delle palazzine, dei cui accessi i criminali di fatto diventavano gli esclusivi gestori, rendendo difficoltoso l’ingresso anche ai residenti.