Siracusa. Vuole parlare Pippo Gianni, il sindaco di Priolo da lunedì agli arresti domiciliari con l’accusa d’istigazione alla corruzione, tentata concussione, falsità materiale e ideologica in atti pubblici. Lo farà domani sottoponendosi all’interrogatorio di garanzia davanti al Gip del tribunale di Siracusa, Salvatore Palmeri, che ha emesso la misura cautelare a suo carico. In attesa di quel momento, a parlare è il legale difensore: “Ho incontrato Gianni – dice l’avvocato Ezechia Paolo Reale – visto che gli è stato imposto il divieto di comunicare con l’esterno, mi faccio carico di alcune precisazioni sugli aspetti essenziali che riguardano la vicenda giudiziaria. Da un’analisi degli atti e dell’ordinanza, la Procura non ha contestato e nemmeno ipotizzato interesse personale nelle vicende oggetto dell’indagine. Questo lo rende più sereno e fiducioso. Anche le richieste ai privati e ai funzionari comunali, sono il frutto di un rapporto e di una dialettica con il preminente interesse sociale, seppur qualche volta abbia fatto leva sulla sua esuberanza”.
Il centinaio di pagine di cui si compone l’ordinanza di custodia cautelare contiene diverse conversazioni, intercettate dai poliziotti e dai militari della guardia di finanza, in cui Gianni dialoga con dirigenti di grandi aziende del polo petrolchimico cui avrebbe fatto specifiche richieste e, in caso di risposte negative, prospettava controlli stringenti. In una delle conversazioni, Gianni chiarisce: “Io non ho interesse di nessun tipo, non mi devo arricchire, non ho figli, parenti, cugini, nipoti”. Se per la difesa dimostrerebbe che Pippo Gianni non abbia mai chiesto nulla per sé ma avrebbe agito per aiutare la collettività e, in particolare, i disoccupati priolesi, per la Procura di Siracusa “costituisce uno strumento ordinario di azione dell’indagato che non teme di lanciare avvertimenti espliciti a coloro che mostrano difficoltà nell’accontentarlo”.
Uno degli episodi finiti sotto la lente d’ingrandimento del pubblico ministero Tommaso Pagano riguarda l’appalto per la manutenzione degli impianti di una holding dell’area industriale siracusana, vinto da un’impresa non priolese. Della questione Gianni se ne lamenta nel corso di un incontro con un dirigente della committente. “C’è una società di Priolo che lavora in tutto il mondo (…) E gli fa vincere (all’impresa concorrente) la gara d’appalto con l’1% in più rispetto allo sconto che aveva fatto (…) e fanno uscire questa cosa sei giorni prima della campagna elettorale di Melilli”.
Un altro episodio oggetto dell’indagine è collocato nel mese di agosto e riguarda la richiesta di prolungare il contratto di lavoro a favore di un operaio: “E’ una cosa che dobbiamo fare perché ‘sto ragazzo si è (…) comunque è una persona perbene (…) sono famiglie che conosco da tantissimi anni, quindi su questa cosa dobbiamo vedere ancora come fare. Dobbiamo trovare una soluzione”. Il dirigente replica sostenendo di riparlarne a settembre ma Gianni insiste e il dirigente si convince “a verificare se sia possibile la proroga di due mesi al massimo”, cosa che si sarebbe poi verificata.
Francesco Nania