Lui l’intesa Pd-M5s l’aveva preconizzata da tempo, quando quel dialogo ai più sembrava un’eresia, una ‘stravaganza’ di un governatore fuori dagli schemi. Il ‘modello Sicilia’, lo aveva ribattezzato. Ecco perché adesso Rosario Crocetta, ex presidente della Regione siciliana che ha portato il centrosinistra a Palazzo d’Orleans, tifa perché il nuovo Governo giallorosso veda la luce. “Quel dialogo è l’unica cosa ragionevole che si può fare in questo momento”, dice all’Adnkronos. “Questo Governo Pd-M5s si deve fare a ogni costo”, scandisce lentamente. Perché “pensare di trascinare in questo momento l’Italia alle elezioni con il rischio di imporre nuove tasse ai cittadini, con l’Iva che aumenta e con i problemi di quadratura del bilancio credo sarebbe una follia. La ragione deve prevalere su tutto”.
L’appello è rivolto agli “amici” dei Cinque Stelle, ma anche al Pd. “Questa volta non facciamoci scappare l’occasione storica di cambiare l’Italia. Ci sono tutte le condizioni per farlo. Io già in passato ho teorizzato inascoltato questo dialogo”. Dal suo buen retiro in Tunisia Crocetta segue le vicende italiane. Con attenzione. “Viste da qui emerge lo spaventoso isolamento a cui Salvini ha costretto l’Italia“. Ma la Lega è il passato, adesso “bisogna guardare avanti”. E lo scambio di accuse tra democratici e pentastellati sino a sfiorare l’insulto personale? “Io non ho insultato nessuno, anzi forse gli insulti li ho ricevuti. In ogni caso la politica non si fa guardando indietro ma avanti, ai valori condivisi e certamente il M5s ha molte più affinità con il Pd che con la Lega”.
Certo, perché il nuovo esecutivo emetta il suo primo vagito è necessaria “la chiarezza”, ma non “ultimatum e ricatti”. Il riferimento è al leader pentastellato Luigi Di Maio, che ieri ha alzato la posta al tavolo delle trattative, ultimo passaggio di un continuo stop and go che va avanti da giorni. “E’ un comportamento tipico di chi non ha molta esperienza nelle trattive politiche”, taglia corto l’ex governatore evitando accuse e polemiche, che “non servono a niente”. La partita sul governo e sui ministeri “va consegnata alle mani di Conte, che deve trovare la quadratura del cerchio, l’equilibrio tra i due partiti, una sintesi delle varie proposte in campo”. Dem e pentastellati si sono presentati agli elettori con programmi diversi, senza ottenere però un successo schiacciante che consentisse loro di governare in autonomia, ecco perché, è la tesi di Crocetta, “nessuno di loro può dire si fa come dico io”. Ciò non toglie che sono “il primo e il secondo partito in Parlamento, i più votati ed è evidente che possono formare un Governo insieme”.
Il ‘matrimonio’, secondo Crocetta, non nasconde insidie. “Il Pd sta facendo sul serio, vuole costruire con il M5s un’alleanza vera e un Governo di svolta per arrivare alla scadenza naturale della legislatura e fare le riforme che servono al Paese. Anche perché dalle elezioni non ha nulla da temere, le Europee hanno dimostrato un’inversione di tendenza”. Ma il M5s si può fidare di Renzi? “Ci si deve fidare di tutti quando è in gioco il destino di un Paese, di tanti lavoratori, di tanti giovani che non vedono prospettive e sono costretti a lasciare l’Italia. In questa situazione abbiamo l’obbligo e il dovere di fidarci di tutti. In ballo c’è il destino dell’Italia, non di questo o quel partito”.
Fonte Adnkronos
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