Politica – La Lega attacca la giudice di Catania: ‘E’ con l’estrema sinistra’

Un video fa di nuovo finire nella bufera la giudice di Catania Iolanda Apostolico, che ha annullato il trattenimento di quattro migranti nel Cpr di Pozzallo, sconfessando il decreto Cutro.

 Salvini cercava la pistola fumante ed è convinto di averla trovata. È un video del 25 agosto 2018, ai tempi delle navi fermate di fronte ai porti dall’allora ministro dell’Interno. Riprende una manifestazione sul molo di Catania organizzata dall’estrema sinistra per chiedere lo sbarco dei migranti dalla Diciotti, e in prima fila, quasi a contatto con le forze dell’ordine, c’è Iolanda Apostolico. Più in là, il suo compagno. Per il vicepremier è la prova che la sentenza con cui, disapplicando in parte il decreto Cutro, ha negato il trattenimento di alcuni richiedenti asilo è dettata dallo schieramento politico, e non da leggi. Dunque, lo rilancia sui social con un post allusivo: “Tra la folla che urla ’assassini’ e ’animali’ alla Polizia mi sembra di vedere volti familiari”. Poco dopo, fa partire l’affondo: “Prendo atto, con sconcerto, di ciò che emerge. La presenza della giudice e del compagno, funzionario del palazzo etneo di Giustizia, pubblicamente schierato contro la Lega e dalla parte di chi contesta rafforza la sensazione di un allineamento ideologico”. Apostolico ufficialmente tace, però ai colleghi la mette così: “Ero davanti al corteo, in cui c’erano molti cattolici, per evitare scontri”. Non ferma il coro leghista: due voci per tutti. Quella del vicesegretario Andrea Crippa: “Se è davvero lei, andrebbe radiata”. E quella del ministro Roberto Calderoli: “La neutralità e imparzialità della magistratura devono essere sempre garantite”.

Tutta la maggioranza fa quadrato, chiede al ministro Carlo Nordio di riferire in Aula: due interrogazioni sono già state presentate da Lega e FdI. La polemica si intreccia con la decisione del tribunale di Firenze di annullare l’espulsione di un migrante verso la Tunisia perché considerato paese non sicuro. “Non spetta ai giudici dire quali sono i Paesi sicuri”, avverte il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro (FdI). Qualche critica arriva dall’opposizione. “Sull’immigrazione non la penso come Salvini, ma è scandaloso che un giudice vada in piazza“, tuona Matteo Renzi. Concorda Carlo Calenda, e Giuseppe Conte chiosa: “Un giudice deve anche apparire imparziale, ma il governo non faccia delle toghe il nuovo nemico”. Da M5s si tira in ballo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi (per cui Apostolico “poteva comportarsi diversamente”) per avere lumi sull’autore del video: “È ripreso da una posizione privilegiata, quella della polizia. Salvini la usa per scopi personali?”. Il Pd tace: impossibile non pensare che si tratti di un segnale di imbarazzo, mentre l’Anm difende la giudice: “Preoccupa la tendenza a passare dal giudizio sulla terzietà di un magistrato nel processo allo screening della persona”, sottolinea il presidente Giuseppe Santalucia. Chiarisce: “Io non vado a manifestazioni, ma non lo dico per censurare la collega. Il suo è stato un atto umanitario, non di militanza politica. Il fatto che si tiri fuori dopo 5 anni fa sospettare che non sono graditi dei provvedimenti. I diritti appartengono anche ai magistrati”.

Le cose sono meno semplici di quanto appare: l’articolo 21 della Costituzione, che garantisce la libertà di pensiero con ogni mezzo, per i magistrati si intreccia non solo con gli articoli 97 e 98 che ne prevedono l’imparzialità e la possibilità di limitarne la militanza politica, ma pure con il loro codice deontologico per cui “l’immagine di imparzialità deve essere sempre garantita”. Tasto su cui più volte ha battuto lo stesso capo dello Stato, Sergio Mattarella. Le conseguenze pratiche? L’ordinanza di Catania resta in piedi: spetterà semmai alla Cassazione valutarla. Quanto al comportamento di Apostolico ci potrebbe essere un’azione disciplinare al Csm, che sulla vicenda resta diviso. “I giudici siano come la moglie di Cesare”, insiste Enrico Aimi (FI), membro laico. Ma al di là degli effetti concreti, Salvini segna un punto sulla propaganda.

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