Dopo il via libera dal Ministero, si va verso il passaggio formale del porto grande all’autorità di sistema portuale della Sicilia Orientale. Il verbale è stato oggetto di discussione stamattina lunedì al castello Maniace in occasione della presentazione dello studio “Lo stato della crocieristica nella Sicilia Orientale: ricadute attuali e prospettive future”. A fare gli onori di casa è stato il presidente dell’Adps Francesco di Sarcina, che apporrà la firma al verbale di consegna delle aree demaniali marittime insieme con un responsabile dell’assessore regionale al Territorio e Ambiente.
Come si ricorderà, Il dibattito sulla possibilità di inglobare porto grande e rada di santa Panagia all’autorità portuale è stato avviato nell’aula su iniziativa del consigliere comunale, Massimo Milazzo, il quale ha sollevato la problematica sostenendo l’importanza di aderire al sistema portuale della Sicilia Sud Orientale. Un’ulteriore spinta è arrivata dal ministro per il Sud, Nello Musumeci il quale, superando una prima valutazione negativa espressa quando era presidente della Regione, ha detto a chiare lettere che il governo Meloni fosse pronto a recepire le istanze degli amministratori pubblici, anche loro, in passato, di trasverso sulla prospettiva portuale. Il timore diffuso era concentrato sulla pari dignità di rappresentanza nella governance dell’Adps.
Il passaggio decisivo è stato consumato nel mese di marzo quando, nell’ambito del disegno di legge n. 986, è stato approvato in Senato un emendamento a firma del senatore Antonio Nicita, che, anche per valorizzare gli asset strategici del siracusano, inserisce la rada di S. Panagia e del Porto grande di Siracusa, all’interno dell’Autorità portuale di sistema della Sicilia orientale.
“l’Autorità portuale metterà in campo tutte le attività di promozione dei traffici di natura crocierista per quanto riguarda e il porto grande nel rispetto delle proprie peculiarità”, ha sempre sostenuto il presidente dell’Adps. Per il porticciolo di Santa Panagia, il gettito economico garantito oscilla tra i 10 ed i 12 milioni di euro l’anno. “Introiti – dice Di Sarcina – che sono ripartiti tra Stato e Regione ma nulla finisce nelle casse del capoluogo. Con la gestione dell’Adsp quei soldi sarebbero destinati per dragaggi, banchine nuove, stazioni marittime”.